Inudstry-concept

Le imprese hanno bisogno anche dei Baby Boomer

   
AITI
< Indietro

Paolo è nato nel 1955 e da 35 anni lavora presso un’importante impresa industriale del Cantone Ticino che produce macchinari per tessili.

Ha iniziato come apprendista impiegato di commercio e successivamente ha frequentato una scuola specializzata superiore di economia per conseguire il titolo di economista aziendale e con la sua volontà e propensione alla formazione continua, oggi è il direttore finanziario di tutto il gruppo.

Paolo è appena tornato nel suo ufficio dopo una riunione di staff, alla quale hanno partecipato anche Valentina (una Millennial nata nel 1992) e Matteo (nato nel 1999 e appartemente quindi alla Generazione Z), gli ultimi due assunti in azienda. Durante la riunione, ha percepito che nei suoi confronti i colleghi più giovani hanno dei pregiudizi e soprattutto dopo che hanno saputo che non ha intenzione di andare in pensione al compimento dei 65 anni, gli sono apparsi quasi scocciati, quasi percepissero la sua permanenza in azienda come un ostacolo per la loro carriera.

Ma l’azienda è in fase di espansione e l’esperienza di Paolo è fondamentale per il progetto.

Insieme a Viola (nata nel 1975, quindi rappresentante della Generazione X, la più numerosa nel mondo del lavoro di oggi), la responsabile delle risorse umane, ha appena implementato un progetto di diversity management con un focus particolare sulla gestione del divario generazionale in azienda.

Ricordiamo che nel mondo del lavoro oggi convivono generazioni molto diverse:

  • Baby Boomer (1945-1960)
  • Generazione X (1961-1980)
  • Generazione Y, i Millennials (1981-1994)
  • Generazione Z (1995 - )

E in un contesto in cui la forza lavoro invecchia, la capacità di attrarre e trattenere talenti di tutte le età diventa vitale per le prestazioni e la sopravvivenza dell’azienda stessa. Inoltre Paolo è convinto che un team che includa persone di età differente aumenti la performance e la produttività.

Ogni età può infatti essere associata a diverse abilità, ma anche a diverse visioni del mondo e del lavoro. I collaboratori più anziani hanno esperienza e un elevato grado di responsabilità e attaccamento all’azienda, mentre i più giovani hanno un livello di digitalizzazione più alto e maggiore energia, caratteristiche che li rendono più propensi a essere promotori di innovazione.

Come far coesistere e collaborare produttivamente professionisti di generazioni così distanti? Sebbene da un team di lavoro intergenerazionale ci si possa attendere un maggior potenziale creativo, per raggiungere questo risultato è necessario far sì che valori ed obiettivi siano adeguatamente allineati, per scongiurare derive lontane da produttività ed efficienza.

Paolo e Viola avranno quindi un importante lavoro da portare avanti.

Altri articoli del blog