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Sguardo sul futuro del diversity management

   
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Diversità e inclusione: due termini che, da qualche decennio, hanno prese piede anche in azienda. In una società eterogenea e composita come l’attuale è difficile capire e saper valorizzare le unicità di ciascun collaboratore.

Il ruolo del Diversity Manager è nato con l’intento di garantire una valorizzazione corretta delle differenze di ogni dipendente, utilizzando il suo contributo – unico – che può portare ai raggiungimenti degli obiettivi professionali individuali e dell’azienda. Si sta tentando dunque di andare nella direzione di un ambiente di lavoro inclusivo che assicuri un valore strategico e un vantaggio competitivo all’impresa. Questa eterogeneità deve essere considerata dal Diversity Manager in ogni sua forma – età, genere, cultura, religione e diversa abilità.

AITI_Diversity Management

Ne avevamo già parlato lo scorso anno con Monica Valseschini, VP Human Resources di VF International e sembra ora più attuale che mai. L’Ufficio dello sviluppo manageriale del Dipartimento delle finanze e dell’economia organizza ogni due anni un CAS – Certificate of Advance Studies – proprio in Diversity Manager, nell’ambito della Gestione delle risorse umane. Sembra dunque assumere sempre più importanza il management della diversità e dell’inclusione anche alle nostre latitudini. In particolare, il Diversity Manager gestisce il personale tenendo conto delle possibili diversità e tentando di unicizzare il personale per beneficiare delle peculiarità di ciascun dipendente.

Negli ultimi anni l’attenzione si è spostata da una corretta e sempre più marcata inclusione delle donne in aziende alle persone LGBT+ e agli under 30, permettendo loro di sentirsi accolti, rispettati e apprezzati per le loro qualità e per l’apporto professionale e umano che possono dare all’azienda e ai colleghi.

Tuttavia, la politica del Diversity Management non è una questione esclusivamente “umana”, ma anche utile in termini di produttività: un ambiente di lavoro inclusivo porta a una maggiore apertura mentale e culturale e alla creazione di idee innovative, al benessere, alla crescita di talenti e al miglioramento delle perfomance dei dipendenti, a uno scambio più fruttuoso di idee e di pensieri, a una elevata responsabilità individuale causata dalla valorizzazione delle potenzialità di ciacun collaboratore.

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Tutti elementi che garantiscono una migliore redditività anche per l’azienda. Secondo una ricerca condotta da ISTUD Business School e Wise Growth le aziende che avrebbero scelto di implementare una politica aziendale di diversity management lo avrebbero fatto per migliorare il clima (95%), per promuovere le diversità in tutti i livelli gerarchici (84%) e per attrarre e trattenere una forza di lavoro “plurale” (80%). In futuro, si punterà sull’inclusione delle diverse generazioni in azienda, in particolare sugli under 30, e su un maggior utilizzo di strumenti di work-life balance. Il diversity management giocherà dunque un ruolo fondamentale per le aziende del domani, che sapranno riconoscere l’importanza dell’inclusività.

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