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Ma quanto è invadente il mio Apple Watch?

   
AITI
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Chi ha un Apple Watch lo sa, l’orologio con la mela è un po’ invadente. Ci ricorda di alzarci in piedi almeno per un attimo se si accorge che siamo troppo sedentari. Ci ricorda di idratarci e addirittura di prenderci un minuto per respirare correttamente. Ci sprona a fare attività fisica e tiene traccia del nostro ritmo cardiaco, allertandoci se nota qualche anomalia nel battito. Se lo vogliamo, monitora anche il nostro sonno. Se rileva un movimento brusco, che potrebbe significare anche una grave caduta, ci chiede se stiamo bene; se non rispondiamo e rimaniamo immobili per un minuto, allerta i servizi di emergenza e le persone che abbiamo salvato come “contatti di emergenza” nella rubrica del nostro cellulare. Invadente, sì. Ma estremamente utile e orientato alla prevenzione, alla sicurezza e alla salute del suo proprietario. Gli utenti infastiditi o annoiati da questi promemoria possono comunque, semplicemente, disattivarli.

Ma quanto è invadente il mio Apple Watch

Cos’altro fa il nostro Apple Watch?

È da un anno che alla parola “salute” associamo anche il termine “COVID-19”. Da 12 mesi che le autorità ci ricordano di non stringere le mani altrui e di lavare o disinfettare le nostre. Di non abbracciarci e di indossare la mascherina nei luoghi chiusi. Ce lo ricordano con i cartelli appesi negli uffici e nei luoghi pubblici, con gli spot pubblicitari in televisione, con le inserzioni sponsorizzate su Instagram. Un po’ invadenti anche loro, no? Ma comunque lo fanno per il bene della popolazione.

Per non essere da meno, anche la Apple ha voluto dire la sua. Da qualche mese, l’Apple Watch si accorge se ci stiamo lavando le mani e fa partire un countdown di 20 secondi. Se arriviamo a zero, ci fa i complimenti; se ci fermiamo prima, ci rimprovera e ci sprona a continuare. Ci notifica inoltre se da troppo tempo non ci siamo lavati le mani. Inizialmente, ci siamo sentiti un po’ offesi: non ho mica bisogno del promemoria per lavarmi le mani o del conto alla rovescia per farlo abbastanza a lungo! Ma con il passare del tempo, ci siamo accorti che forse – un po’ a causa della nostra vita frenetica, un po’ perché dopo mesi di “#lavatiman” iniziamo a prestare sempre meno attenzione a questo gesto così semplice – un reminder e un countdown non guastano mica.

Leggendo le righe precedenti, forse molte persone avranno avuto un unico pensiero fisso: questo smartwatch invade la sfera privata delle persone e sicuramente ne vende i dati.

AITI - Ma quanto è invadente il mio Apple Watch

Dimentichiamoci per un attimo della brutta e cattiva tecnologia e ricordiamoci o impariamo ad apprezzarla. Pensiamo a quante persone (fosse anche solo una!) ha salvato l’Apple Watch rilevando una caduta o un battito cardiaco anormale, a quante persone hanno potuto vedere i propri cari – anche se solo virtualmente – grazie all’accoppiata iPad-Zoom, a quante persone hanno evitato un potenziale contagio da coronavirus grazie allo smart working, reso ovviamente possibile da un computer e una connessione a Internet.

Noi non ce la sentiamo di additare e incolpare indiscriminatamente ogni e qualsiasi novità tecnologica… e voi?

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