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Lo straining: vessazioni in azienda

   
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Si conoscono, in campo lavorativo, le malsane pratiche del mobbing e del bossing (che abbiamo trattato anche in un precedente articolo), ma pochi parlano dello straining.


Lo straining è sempre una pratica che lede il benessere psicofisico e che provoca disagio e forte stress al collaboratore colpito, ma si differenzia dal mobbing e dal bossing: si tratta di uno stato di stress forzato e duraturo indotto dalla situazione lavorativa. Non c’è un intento persecutorio da parte dei colleghi, così come avviene in caso di mobbing, né da parte del superiore, come accade nel bossing. Inoltre, la durata sembra essere più breve rispetto alle altre due pratiche.

Lo straining vessazioni in azienda _2

Può trattarsi di un caso singolo di vessazione e umiliazione da parte di un collega o di un superiore, ma non c’è la protrazione nel tempo. Un esempio può essere il demansionamento: il dipendente si vede costretto a portare avanti pratiche e mansioni degradanti e inferiori alle sue competenze professionali e, magari, al suo ruolo, oppure, possono essergli affidati carichi di lavoro pesanti e insostenibili o, ancora, può essere privato di materiali utili per lo svolgimento delle sue attività professionali e dunque costretto, per periodi più o meno brevi, all’inattività lavorativa.

 

Le condizioni lavorative, dunque, sono negative per il benessere psicofisico del dipendente, così come nel caso di mobbing e bossing, ma non sono durature nel tempo: si tratta quasi di una forma attenuata del mobbing, poiché le vessazioni sono limitate a casi isolati.
Ciononostante, questo non implica che la gravità di queste azioni sia minore: anche in caso di straining, e dunque di un comportamento nocivo, il dipendente si trova al centro di una situazione fortemente stressante, poco stimolante e demotivante e può addirittura avere gravi ripercussioni sulla sua produttività e provocare danni a livello psicofisico.

Lo straining vessazioni in azienda_1

Anche in caso di straining, l’azienda deve assolutamente intervenire per tutelare il collaboratore e la sua salute mentale. In primo luogo, situazioni come mobbing, bossing e straining dovrebbero essere eliminate grazie ad attività di prevenzione mirate. Poi, se un dipendente dell’azienda o un quadro dirigente si accorgono di una situazione di straining o, comunque, di una condizione stressogena per un altro dipendente, devono intervenire subito, cercando di capire la causa dello stress ed eventualmente il “colpevole”, facendo capire al dipendente colpito che atteggiamenti simili non sono permessi né favoriti nel contesto aziendale e rassicurandolo ed aiutandolo.

 

Infine, l’azienda non deve mai sminuire lo straining: seppur siano casi isolati e meno gravi del mobbing o del bossing, devono essere trattati come fatti inammissibili in azienda.

 

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