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La reputazione digitale è per sempre

   
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“Una reputazione una volta infranta è possibile che venga riparata, ma il mondo terrà sempre i propri occhi sul punto dove si è verificata la crepa.”

Joseph Hall (Poeta, 1574 – 1656)

 

Viola è nata nel 1975 e lavora come responsabile delle risorse umane in un’impresa industriale del cantone Ticino che produce macchinari tessili.

 

Quando deve assumere una persona e riceve il suo curriculum vitae, da numerosi anni ormai – e come lei tutti coloro che si occupano di ricerca di personale – oltre alle verifiche più classiche, procede pure ad una ricerca sui social per capire come questa persona si pone e si presenta sulla rete.

La reputazione digitale è per sempre

Non sempre, ma spesso, la “reputazione virtuale” può essere l’ago della bilancia nella sua decisione su quale candidato assumere.

Viola ha due figli adolescenti e si rende conto che la loro educazione deve comprendere anche i comportamenti sui social e nella rete: ne va del loro futuro.

Deve far capire loro che ogni volta che si utilizza un social network, si invia un testo o si pubblica un commento online, si aggiunge un tassello alla propria identità online.

E soprattutto i ragazzi, ma non solo loro, devono far proprio il concetto che niente è temporaneo online.

A Viola viene in mente una conversazione avuta con un suo collega di un’altra azienda, che facendo un controllo sul profilo di un proprio collaboratore che si era dato malato, ha invece scoperto che si trovava a sciare con i suoi amici! In quel caso non si è arrivati al licenziamento, ma un richiamo formale è stato inserito nel dossier del dipendente.

La reputazione digitale è per sempre-

Nonostante ciò che i candidati potrebbero pensare, la maggior parte dei datori di lavoro non setaccia la rete alla ricerca di motivi per non assumere il candidato, ma al contrario spesso cerca informazioni a sostegno delle qualifiche professionali del candidato. Ma sicuramente pubblicare fotografie, video o informazioni provocatorie o inappropriate, parlare male della propria precedente azienda o dei colleghi, pubblicare commenti discriminatori relativi alla razza, al sesso, alla religione o ancora pubblicare foto mentre si beve alcool o si fa uso di droghe danneggia la propria reputazione online e, come detto, la rete non permette di dimenticarsene.

 

Dovremmo quindi insegnare ai giovani e ricordare a tutti che prima di postare… è il caso di riflettere attentamente!

 

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