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L’io digitale

   
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"La sua password non viene cambiata da più di tre mesi ed è scaduta. La invitiamo a rinnovarla immediatamente."

Un messaggio che a intervalli regolari ci appare sugli schermi dei nostri apparecchi elettronici. Dobbiamo identificarci per poterli utilizzare e per accedere a siti, applicazioni e banche dati con le quali interagiamo quotidianamente. E non è che l’inizio: l’Internet of Things e le reti superveloci connetteranno non solo le persone con i diversi applicativi ma permetteranno anche la comunicazione fra le cose.

Io digitale

Qualcuno ha oramai sviluppato la “sindrome da password”, ossia un sentimento di insicurezza, che flirta con il panico, quando i sistemi ci chiedono di immettere o di rinnovare delle credenziali di accesso. Potremmo trovarci in futuro in piedi davanti al frigorifero supplicandolo di lasciarsi aprire per poter preparare la cena.

Per il momento la sfida è la gestione delle password. Qualcuno se le scrive sul cellulare oppure su un quaderno, sapendo di lasciare tracce facilmente rintracciabili da qualunque malintenzionato. Altri si affidano a specifiche applicazioni che le ricordano per loro, senza capire troppo bene cosa succede alle informazioni, confidando su una generica certezza che si preferisce non approfondire.

Una soluzione a livello nazionale potrebbe a dire il vero esserci, ma non fa l’unanimità e un referendum è stato lanciato con successo. Il 7 marzo prossimo il popolo svizzero è chiamato a esprimersi in merito alla legge federale sui servizi d’identificazione elettronica (legge sull’Ie).

Le ragioni del lancio del referendum sono da ricondurre alla possibilità per lo stato di delegare l'attuazione tecnica e la gestione dell'Ie a fornitori riconosciuti e controllati dallo Stato, come per esempio imprese, Cantoni e Comuni. Proprio la presenza fra i potenziali gestori dell’Ie di imprese private ha portato alla raccolta di firme e alla prossima votazione.

Affaire à suivre, ma l’auspicio è quello che si possa procedere spediti verso questa importante innovazione. Grazie all'Ie si potrà in futuro usufruire in Internet anche di offerte per le quali era finora spesso necessario presentarsi di persona, ad esempio la conclusione di un abbonamento per il cellulare, l'apertura di un conto bancario o l'ordinazione di un estratto del casellario giudiziale. Un piccolo grande aiuto per meglio gestire i nostri bisogni di conciliazione fra vita privata e vita professionale.

AITI_Io digitale

L'identità elettronica è poi considerata la chiave per un’ulteriore digitalizzazione della nostra società. Oltre che a permettere operazioni in rete più semplici, pratiche e sicure, si prevede potrà avere un impatto molto positivo sull’economia svizzera per effetto dei seguenti vantaggi insiti nella soluzione digitale:

  • possibilità di riconoscimento sia a livello identitario (chi sono), sia a livello di credenziali (attributi dell’identità)
  • per effetto della possibilità di riconoscimento l’Ie permetterà di autenticarsi in modo molto più sicuro (identità + attributi). Questo apre un enorme vantaggio a livello di e-Government e di e-Commerce
  • per effetto della gestione centralizzata delle Ie sarà possibile garantire una maggiore sicurezza dei dati, che saranno tutti crittografati
  • l’Ie permetterà la prova della fonte. Infatti, i dati inviati attraverso Ie possono in ogni momento fornire la prova dell’avvenuto invio (tipo invio raccomandato attraverso la posta)
  • possibilità di verifica delle fonti di comunicazioni e contenuti presenti sul web. Il paradigma sta cambiando rapidamente su Internet. Da “On the Internet, nobody knows you’re a dog” (Su Internet nessuno sa che sei un cane) si sta trasformando in: “abbi il coraggio delle tue opinioni, diventa autentico e mettici la faccia”.

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