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Il sorriso dietro alla mascherina

   
AITI
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Numerosi studi dimostrano che la felicità sul posto di lavoro è vincente sia per le aziende che per le persone!


"Un giorno senza un sorriso è un giorno perso.“

Charlie Chaplin

Viola è nata nel 1975 e lavora da numerosi anni come responsabile delle risorse umane in un’impresa industriale del cantone Ticino che produce macchinari tessili.

 

Come ogni mattina, per andare al lavoro, Viola sale sul bus che passa proprio sotto casa sua. Da quando è stato introdotto l’obbligo di utilizzare le mascherine sui mezzi pubblici, fatica a riconoscere le persone che vede tutti i giorni, in quanto la maschera copre i tratti del viso che ci rendono unici e, quindi, siamo tutti molto più simili.

AITI_ il sorriso dietro alla mascherina

Inoltre si rende conto che i volti forniscono molte informazioni e quando le mascherine li coprono, le interazioni sociali possono essere davvero più impegnative.

Occupandosi di risorse umane, questo non può lasciarla indifferente. Nella sua posizione ha avuto modo numerose volte di appurare l’importanza e il valore di un sorriso e di quanto possa essere utile anche all’interno del mondo del lavoro.

Stemperando situazioni magari tese, mostrando empatia e attenzione verso i colleghi e mettendo il proprio interlocutore a proprio agio.

Ma come farlo da dietro una maschera?

Viola sta imparando che per migliorare le interazioni sociali quando si indossano le mascherine, essere più espressivi usando il linguaggio del corpo e la propria voce potrebbe essere la soluzione.

Infine, non smettere di sorridere anche se gli altri non riescono a vedere che si sta sorridendo. Il sorriso rilascia neurotrasmettitori nel nostro cervello che ci fanno sentire bene e migliorano il nostro umore, il che aiuta le interazioni sociali.

AITI_ il sorriso dietro la mascherina_ interagire indossando mascherina

Inoltre, la persona con cui si sta interagendo potrebbe essere in grado di capire, guardando i nostri occhi, che siamo felici! E gli esseri umani tendono a copiare le emozioni, quindi un sorriso è contagioso e se le persone sono felici tendono a essere più creative e produttive.

Numerosi studi dimostrano che la felicità sul posto di lavoro è vincente sia per le aziende che per le persone!

Ad esempio una ricerca condotta dalla Saïd Business School dell’Università di Oxford, nel Regno Unito, ha raccolto dati su circa 1’800 lavoratori dei call center impiegati da British Telecom (BT), uno dei maggiori datori di lavoro privati del Regno Unito, per un periodo di sei mesi.

Agli impiegati è stato chiesto di compilare un semplice sondaggio ogni settimana, in cui attraverso l’uso di emoji dovevano indicare il loro livello di felicità. I ricercatori hanno quindi confrontato i dati sulla felicità con gli indicatori usati da BT per valutare la produttività: la durata delle chiamate, la percentuale di chiamate convertite in vendite, e la misura in cui i dipendenti hanno aderito alla programmazione delle attività.

Si è così scoperto che i lavoratori erano in media il 13% più produttivi nelle settimane in cui si sono dichiarati molto felici, rispetto a quelle settimane in cui le persone hanno riferito di essere molto infelici.

Viola ora sorride più spesso… in fondo sorridere è gratis e porta tanti benefici, anche all’interno della sua impresa.

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