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Economia circolare

   
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L’economia circolare è un’economia pensata per potersi auto-rigenerare, un sistema economico pensato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo gli scarti fino allo “zero waste”.

Un concetto affascinante che cerca di ottimizzare l’apporto di energia e di materiale in entrata nei processi produttivi e di minimizzarne gli scarti in uscita.

Un ripensamento del paradigma del nostro sistema economico, abituato piuttosto a processi lineari che pensano a massimizzare l’output rispetto ad una data quantità di input.

AITI_Economia circolare

I suoi principi fondamentali sono:

  • Progettare lo scarto come fonte di materia prima (in gergo: materia prima seconda). Produrre tessuti con gli scarti delle arance, oppure carta con le alghe o con gli scarti della lavorazione della pelle. Recuperare pneumatici per l’asfalto, aree gioco per bambini, ecc.
  • Limitare lo “spreco d’uso” del prodotto. Condivisione d’uso come il car-sharing, lo scambio di appartamenti, il leasing a breve termine.
  • Arrestare la morte prematura della materia. Fairphone come primo telefono che garantisce longevità. Patagonia che lancia il motto “riparare è bello” ed insegna a riparare i propri prodotti.

La transizione verso l’economia circolare è sostenuta da un numero crescente di iniziative e di politiche e nei prossimi anni il trend è destinato a creare un numero interessante di posti di lavoro.

Ma è davvero possibile per tutti avviarsi verso questo nuovo modo di pensare alla propria sostenibilità? Sicuramente sì, se pensiamo all’impresa come a un sistema che ha un impatto sul suo macroambiente.

Esistono imprese che rispondono a bisogni concreti del mercato ma che non riescono a ripensarsi per via di infrastrutture e tecnologie che non permettono l’eliminazione di scarti e impatti ambientali negativi. Queste aziende, se ci limitassimo a vederle con il paraocchi, dovrebbero essere additate come nefaste e indesiderate. Se ci concedessimo invece l’opportunità di vederle per intero e considerassimo la globalità del loro impatto sull’economia, sulla società e sull’ambiente, potremmo avere gradite sorprese.

Allargando il campo visivo e misurando le imprese per l’impatto complessivo in termini di sostenibilità, scopriremmo aziende che crediamo virtuose non interessarsi minimamente alle condizioni di lavoro praticate dalla loro filiera di fornitura e aziende dall’alta ciminiera che partecipano attivamente a programmi di sviluppo sostenibile.

AITI_ economia circolare e impresa

Partecipare può voler dire progettare, mettere risorse e competenze a disposizione, finanziare, oppure anche diffondere e promuovere progetti ad alto impatto. Sia sul suolo svizzero, sia all’estero.

Uno di questi progetti – nato da una start-up innovativa con lo scopo di promuovere e realizzare l’economia circolare – sta lottando per farsi strada in Ticino (vedi anche “Tutto si trasforma”). A Tesserete un esercito di simpatici insettini (mosca soldato nera) produce in via sperimentale farine per mangimi per animali, concime e biocarburante a partire da rifiuti organici, provenienti dall’industria e dalle economie domestiche. Senza l’uso di materie prime e senza produrre rifiuti.

È in pieno svolgimento una campagna di crowdfunding a sostegno dell’ampliamento della capacità di produzione della “regina della bioconversione” (la mosca soldato) con l’obiettivo di realizzare una piccola rivoluzione per rendere circolare la filiera alimentare.

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