Inudstry-concept

Viaggeremo ancora per lavoro?

   
AITI
< Indietro

È già da diversi anni, seppure in maniera marginale, che diverse aziende hanno iniziato ad usare piattaforme online e applicazioni per le videoconferenze. Le riunioni digitali, i meeting, il lavoro in team si sono pian piano spostati anche online. Questa scoperta collettiva ha costituito una nuova comodità: maggiore velocità dell’organizzazione e dell’incontro, possibilità di non presenziare fisicamente (e dunque permettere ai colleghi fuori ufficio di partecipare), migliore gestione del tempo e minor costo sulle trasferte. Gli incontri su Zoom, Teams, Skype e simili permettono infatti di risolvere in minor tempo e con maggiore efficienza un meeting che magari in presenza sarebbe durato ore. Naturalmente ci sono anche diversi svantaggi, come per esempio la freddezza del contesto rispetto all’incontro faccia a faccia, poiché la componente umana sembra essere insostituibile per quanto concerne la necessità del relazionarsi con gli altri e la motivazione. Tuttavia, con l’avvento della pandemia gli incontri fisici sono stati messi al bando. Le aziende hanno dovuto incrementare l’uso di tecnologie che permettessero un contatto immediato tra i loro collaboratori, senza la necessità dunque di vedersi di persona. La distanza fisica è aumentata, i dipendenti lavorano da casa e le riunioni vis-à-vis, per tanto tempo, sono state limitate a poche persone alla volta. Quando finalmente la pandemia sarà cessata o, perlomeno, contenuta a tal punto da permettere alle persone un ritorno in ufficio, è probabile che alcuni cambiamenti diventino prassi e la mobilità sembrerebbe essere una di quelli.

Viaggeremo ancora per lavoro_ videoconferenza

Pensiamo ad esempio, in un periodo pre-pandemico, la necessità di incontrare importanti clienti dall’altra parte del mondo, a Shanghai. L’azienda avrebbe sostenuto il costo dell’aereo, dell’alloggio e del vitto e il dipendente sarebbe stato fuori ufficio per diversi giorni, senza la possibilità di comunicare (perlomeno nell’immediato) con i suoi colleghi. Le trattative per la vendita di un bene o un servizio sarebbero potute durare anche diversi giorni, sulla base di svariati meeting d’affari. Oltre a un elevato costo, si trattava dunque anche di una notevole “perdita” di tempo. Con il Covid-19 viaggiare per lavoro è stato solo parzialmente possibile e comunque fortemente sconsigliato. Come detto in precendenza, a far da padrone sono stati gli incontri online.

Ma quando sarà finita la pandemia e si potrà tornare a spostarsi per lavoro, lo faremo ancora? Ipotizziamo due scenari: l’azienda deve mandare un suo collaboratore a Londra per quattro giorni – tre meeting – per concludere un affare importante. Il costo dell’aereo per un viaggio a/r è di circa 200 franchi e il forfettario per vitto e alloggio ammonta a 600 franchi. Totale: 800 franchi e un’assenza del collaboratore pari a quattro giorni, quasi una settimana lavorativa. Ma se il collaboratore avesse la possibilità di non partire e di svolgere i tre meeting online, senza bisogno di recarsi personalmente a Londra, il costo per l’azienda ammonterebbe a 0 franchi e il dipendente sarebbe assente per un massimo di 6 ore (tre incontri da due ore ciascuno). Il secondo scenario sarebbe più veloce, efficace e non costituirebbe un costo per l’azienda.

Viaggeremo ancora per lavoro

Naturalmente queste sono solo ipotesi e non sappiamo se la pandemia avrà davvero ripercussioni sugli spostamenti lavorativi a lungo termine. A dare man forte a questa ipotesi, però, è un altro importante argomento che è diventato oggetto di discussione per quanto riguarda la mobilità lavorativa: la sostenibilità. La tendenza è utilizzare gli strumenti tecnologici a disposizione delle aziende per evitare spostamenti fortemente inquinanti come l’utilizzo frequente dell’aereo. Può darsi che nel periodo post-pandemico il treno possa diventare il mezzo prediletto, ma è più probabile che gli spostamenti diminuiscano, a favore di un uso più consapevole ed efficiente della tecnologia.

Altri articoli del blog