L’intelligenza artificiale (AI) sta trasformando il nostro mondo con una rapidità senza precedenti. Dall’automazione industriale alla medicina personalizzata, passando per la finanza, l’istruzione e la sicurezza, l’AI offre opportunità straordinarie, ma solleva anche interrogativi etici e sociali di portata globale. La mancanza di un quadro normativo e di principi etici condivisi rischia di creare squilibri significativi tra paesi, aziende e persone, oltre a minacciare i diritti fondamentali. Per queste ragioni, è assolutamente necessario raggiungere un accordo internazionale sull’etica dell’AI.
L’AI è potenzialmente discriminante
Un'azienda utilizza un software AI per selezionare i candidati a un impiego. Se il software è stato addestrato su dati in cui storicamente sono stati assunti più uomini che donne, potrebbe inconsciamente continuare a preferire candidati maschi, escludendo valide professioniste.
Gli algoritmi sono addestrati su dati storici che possono contenere pregiudizi razziali, di genere, sociali o economici, e senza un’adeguata regolamentazione, queste distorsioni rischiano di essere amplificate.
L’AI può essere molto poco trasparente
Un cittadino si vede negato un mutuo per ragioni sconosciute. La banca ha utilizzato un algoritmo AI per valutare la sua affidabilità creditizia, ma senza spiegare il criterio di selezione. Se il cliente non può sapere perché è stato rifiutato, non può nemmeno correggere eventuali errori o difendersi da discriminazioni ingiuste.
Questo problema è particolarmente critico in settori come la giustizia, la sanità e la finanza, dove decisioni errate possono avere conseguenze devastanti per le persone.
L’AI può essere usata per fare del male
Un drone militare autonomo viene programmato per identificare e colpire obiettivi nemici senza bisogno di un comando umano diretto. Se il sistema commette un errore e attacca un gruppo di civili, chi è responsabile dell’errore? Senza regole chiare, nessuno potrebbe essere chiamato a rispondere. Sistemi d’arma autonomi potrebbero prendere decisioni letali senza intervento umano, con conseguenze etiche e geopolitiche devastanti.
L’AI se ne frega della Privacy
Un'app per il fitness raccoglie dati sulla salute degli utenti, inclusi battiti cardiaci e abitudini di allenamento. Se questi dati vengono venduti a compagnie assicurative senza il consenso degli utenti, potrebbero essere usati per aumentare il costo delle polizze a chi è considerato a rischio.
L’AI alimenta molte delle sue capacità attraverso l’analisi di enormi quantità di dati personali. Tuttavia, senza un adeguato controllo, questi dati possono essere utilizzati in modi non etici.
L’AI è strumento di dominio geopolitico ed economico
Se solo i grandi e potenti possono permettersi di sviluppare AI avanzate, i paesi più poveri rimarranno indietro e dipenderanno da tecnologie straniere, senza avere la possibilità di sviluppare soluzioni proprie adatte alle loro esigenze locali. Un accordo internazionale deve essere trovato per promuovere la cooperazione globale, incentivando la condivisione di conoscenze e risorse affinché tutti possano beneficiare delle potenzialità dell’AI.
L’AI ti frega il lavoro
Un'azienda di sviluppo software introduce un chatbot AI avanzato per il servizio clienti, riducendo drasticamente il numero di operatori umani necessari per questa attività. Visto che l’AI gestisce le richieste più comuni in modo molto efficiente, i dipendenti liberati da queste mansioni potrebbero occuparsi di nuovi compiti che richiedono competenze diverse e probabilmente cognitivamente piu impegnative.
L’automazione spinta dall’AI sta ridisegnando il mercato del lavoro, eliminando alcune professioni e creandone di nuove. Tuttavia, senza una governance etica condivisa, il rischio è che milioni di lavoratori dovranno essere sostenuti in lunghe, faticose e costose riqualifiche professionali. Se l’asticella si alza, in quanti saranno in grado di superarla? Quanti invece rischiano l’esclusione?
Servono programmi globali che facilitino l’acquisizione di nuove competenze digitali e che incentivino la creazione di posti di lavoro complementari all’AI, piuttosto che sostitutivi. La cronaca internazionale non sembra però attualmente giustificare ottimismo sulle possibilità di realizzare una simile utopia.
L’AI è potenzialmente poco democratica
L’intelligenza artificiale è una tecnologia rivoluzionaria, ma il suo impatto dipenderà dalle scelte che faremo oggi. Senza un accordo internazionale sull’etica dell’AI, rischiamo di trovarci di fronte a un futuro in cui il potere della tecnologia sfugge al controllo democratico, compromettendo diritti fondamentali e la stabilità globale. È imperativo che governi, aziende e organizzazioni internazionali lavorino insieme per definire regole condivise che possano garantire uno sviluppo dell’AI sicuro, equo e orientato al benessere collettivo. Il tempo per agire è adesso.