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Una nuova “customer experience” per la formazione continua?

   
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La formazione continua è una risorsa per il territorio e l’economia: la creazione di valore passa infatti necessariamente attraverso lo sviluppo e l’attualizzazione delle competenze delle persone. Ma per raggiungere i propri destinatari, soprattutto in questa sua fase di evoluzione sempre più marcata verso la digitalizzazione, anche la formazione ha bisogno di strategie di marketing evolute.

Negli anni ’90 del secolo scorso, l’educatore statunitense Malcolm Knowles portò alla ribalta il dibattito sull’apprendimento in età adulta. Secondo Knowles esiste una differenza sostanziale tra l’apprendimento dell’adulto e quella del bambino.

Il bambino si avvicina all’apprendimento con l’apertura di chi non ha pregiudizi, perché non possiede una propria visione del mondo, e sa di dover seguire una guida per costruirla. L’adulto, invece, è tale proprio perché ne possiede una. Per quanto articolata o elementare essa sia, si tratta di una rete consolidata e spesso molto rigida di concetti, che gli permette di affrontare le difficoltà, risolvere i problemi quotidiani, prendersi le proprie responsabilità; in una parola: sopravvivere.

Una nuova “customer experience” per la formazione continua

Poiché la sua concezione del mondo è uno strumento fondamentale di sopravvivenza, l’adulto è riluttante a modificarla. La “resistenza all’apprendimento”, nell’adulto, è difficilissima da aggirare. Per metterla in atto, vengono utilizzate strategie comunicative evolutissime, che si presentano a volte sotto forma di depistaggio.

A domanda esplicita, l’adulto affermerà sempre di essere desideroso di apprendere e di formarsi; si avvicinerà a chi gli propone attività formative con grande benevolenza e rispetto; né si opporrà mai a una proposta di formazione. Tuttavia, dentro di sé, conserverà sempre la speranza di attraversare indenne il “corso” che gli viene proposto, senza dover davvero compiere la trasformazione che un’attività formativa realmente efficace invece comporterebbe.

Questa resistenza, infine, non è nemmeno necessariamente consapevole. Si parla infatti qui di impulsi ancestrali, irresistibili e spesso inconsci. Il cambiamento richiede sforzo, e la natura umana tende ad ottimizzare le risorse. Inoltre, durante il percorso di apprendimento, l’adulto deve, almeno parzialmente e temporaneamente, spogliarsi delle proprie convinzioni, per poterne accogliere e sviluppare di nuove. In questa fase, si percepirà come indifeso e inadeguato; quindi: in grave pericolo. Il fatto che nessuno gradisca trovarsi in questa situazione, pur con tutta la disponibilità e la buona volontà dichiarate, è molto più che comprensibile.

Incentivare la formazione continua per un pubblico adulto richiede di stimolare la motivazione proprio nello stesso punto da cui si originano le resistenze: l’istinto di sopravvivenza. Una delle soluzioni più funzionali è quella di proporre percorsi formativi a seguito dei quali è possibile migliorare la propria condizione professionale, raggiungendo ruoli e livelli salariali più appetibili. Ma non tutti i corsi che si progettano possono ambire a riconoscimenti ufficiali, che spesso dipendono da lunghi percorsi di accreditamento, e mal si adeguano a una realtà in rapido e costante mutamento.

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Occorrerà dunque sempre più collegare le proposte formative ad altre emozioni fondamentali, che vadano a contrastare la “resistenza” naturale all’apprendimento. La più forte di queste sembra essere l’istinto competitivo, che per esempio ha fatto la fortuna dei creatori di videogames. L’apprendimento dovrà essere progettato inserendovi una struttura drammaturgica, in cui l’acquisizione di nuove conoscenze e competenze venga associata alla sfida, e consenta di raggiungere la “vittoria”. In questo senso si parla spesso ultimamente della “gamification” della formazione, ovvero della costruzione di strategie didattiche sempre più simili al gioco.

Ma anche, perché no, promuovere la formazione come occasione per ampliare la rete di conoscenze; conoscere modelli, pratiche e procedure sorprendenti e innovativi, cercare il confronto con personalità di spicco; condividere momenti conviviali.

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