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Un solo impiego non basta

   
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Diminuire le ore lavorative settimanali? Lavorare solo quattro giorni a settimana? Cinque settimane di vacanza all’anno anziché quattro? Negli ultimi anni sono state tante le proposte avanzate per andare incontro ai lavoratori, ma anche per aumentare la loro produttività. Non è questo il caso, però, di chi è costretto o sceglie, per svariate ragioni, di esercitare più di una professione, presso uno o più datori di lavoro. In Svizzera è in aumento il numero di attività lavorative svolte dal singolo individuo e il dato, in costante crescita, non sembra arrestare la sua corsa…

L’ufficio di Statistica cantonale ha voluto approfondire il fenomeno lo scorso ottobre, soprattutto di fronte all’attualità del tema, tentando di comprendere la sua evoluzione nel tempo e le caratteristiche degli attivi coinvolti. Nel 2018 in Ticino c’erano 11.118 lavoratori ‘multiattivi’, circa il 6,5% degli occupati residenti nel Cantone. Fortunatamente, la quota è inferiore rispetto alla media nazionale (7,6%). Tuttavia, dal 2002 al 2018 il dato è quasi raddoppiato (dal 4,1% al 6,5% degli occupati residenti). L’impiegato multiattivo in Ticino è di nazionalità svizzera (73,9%), di almeno 40 anni (62,8%), solitamente con un titolo di studio di livello universitario (56,0%) e svolge un’attività principale come salariato (80,5%). La maggioranza dei multiattivi è tuttavia donna, poiché il multimpiego è composto essenzialmente da attività a vocazione femminile, come le professioni artistiche e di divertimento, l’istruzione, la sanità e l’azione sociale.

Anche se i lavoratori multiattivi rappresentano una parte ridotta delle persone occupate nel nostro Cantone, non è un dato rassicurante, soprattutto tenendo presente la sua considerevole crescita dal 2002. In meno di venti anni, e in maggior misura dal 2010, la multiattività è divenuta una realtà concreta, ma anche preoccupante.

Rispetto al passato, anche le caratteristiche delle persone multiattive sono cambiate: se agli inizi del Duemila gli individui con più impieghi possedevano una formazione di grado secondario II, due anni fa la maggioranza aveva ottenuto una formazione di grado terziario, cioè universitaria (56,0%). L’USTAT ha riconosciuto come possibile ragione del cambiamento l’aumento del numero di occupati con una formazione più elevata, in particolare tra le donne.

Un solo impiego non basta

Una seconda differenza rispetto al passato è il coinvolgimento di molti più lavoratori con un’attività principale come salariati. La multiattività non tocca più principalmente gli indipendenti, per i quali era più semplice conciliare diverse attività. Come ha evidenziato l’Ufficio di Statistica, la spiegazione potrebbe essere messa in relazione alle incertezze legate all’economia ticinese, che sempre più spingono i lavoratori indipendenti a cercare maggiore sicurezza, aumentando la percentuale di lavoro come salariato, a svantaggio di quella da indipendente.

Un punto a favore della multiattività sembra però essere suggerito dal fatto che l’irrefrenabile crescita di persone occupate a tempo parziale è direttamente collegata all’aumento di individui multiattivi, i quali riescono così a raggiungere un tempo pieno. Ma, probabilmente, è solo una magra consolazione.

 

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