Chi l’ha detto che un’associazione industriale debba occuparsi solo di fabbriche, produzione e innovazione tecnologica? AITI – Associazione Industrie Ticinesi – dimostra che le imprese hanno a cuore anche il benessere delle persone. E lo fa promuovendo un progetto che guarda lontano: un asilo nido interaziendale nel cuore del Ticino, nel comparto dei Comuni di Muzzano, Collina d’Oro e Sorengo, pensato non solo per le aziende, ma per tutto il territorio.
L’idea è semplice quanto potente: creare un asilo nido in grado di accogliere i figli dei collaboratori delle aziende insediate in questa regione – dove operano realtà importanti come AIL, con oltre 400 dipendenti – ma anche dei residenti dei comuni limitrofi. Un nido “aperto”, interaziendale, radicato nei bisogni reali delle famiglie e delle imprese.
Perché questa scelta? Perché il bisogno c’è, e AITI ha voluto verificarlo con uno studio approfondito, condotto insieme a CINI Switzerland e con il supporto di ATAN, l’associazione ticinese degli asili nido. Il risultato? Una conferma inequivocabile: famiglie e lavoratori chiedono più servizi per la prima infanzia, flessibili, accessibili e di qualità. E chiedono di trovarli vicino al luogo di lavoro o di casa.
Un vantaggio concreto per le aziende, i numeri ci sono.
La realizzazione di un asilo nido condiviso rappresenta un’azione concreta di welfare aziendale. Non è un vezzo o una concessione: è un investimento che ripaga. Le aziende che sostengono progetti di questo tipo diventano più attrattive, soprattutto per i profili giovani e qualificati, sempre più attenti alla qualità della vita e all’equilibrio tra lavoro e famiglia.
Offrire un servizio di questo tipo ai collaboratori significa ridurre le assenze, migliorare la produttività e fidelizzare le persone. È una risposta concreta al problema, sempre più sentito, del reclutamento di personale e alla necessità di trattenere i talenti in azienda. In particolare, un nido di qualità può sostenere l’occupazione femminile, offrendo alle madri un’alternativa valida alla riduzione dell’attività lavorativa.
Lo studio ha coinvolto più di 270 famiglie e oltre 800 persone tra lavoratori e residenti. Il 75% dei genitori residenti e due terzi dei lavoratori ha dichiarato che usufruirebbe del servizio, qualora disponibile. E non solo: molti preferirebbero un nido con tariffe calibrate sul reddito, accessibile anche grazie al contributo delle aziende e degli enti locali.
È emerso inoltre che i servizi di accoglienza oggi disponibili in zona sono pochi, dispersi e con liste d’attesa lunghe. Questo genera disagi, rinunce e soluzioni di fortuna, spesso affidate ai nonni o a baby-sitter improvvisate.
L’asilo interaziendale potrebbe invece accogliere un numero importante di bambini, con un’offerta educativa di qualità, orari flessibili (anche dalle 6:30 del mattino) e un approccio pedagogico avanzato, che coinvolge ATAN e prevede la creazione di un vero e proprio centro di competenza per la formazione del personale educativo.
Una scelta di valore, non solo un servizio
Per AITI, questo progetto è molto più di una risposta tecnica a un bisogno locale. È un segnale forte: le imprese ticinesi lungimiranti possono essere parte attiva di un necessario cambiamento sociale. La demografia parla chiaro: si fanno meno figli e il saldo di natalità è oramai negativo. Molti sono i motivi di questo trend ma senz’altro la mancanza di offerta ed il costo per collocare il proprio bambino in una struttura di qualità sono fra gli ostacoli più grandi. Serve promuovere un nuovo modello di sviluppo, capace di coniugare competitività e qualità della vita.
Un asilo nido interaziendale, aperto al territorio, è un chiaro simbolo di questa visione. È un’opportunità per attrarre nuovi collaboratori, per trattenere le famiglie, per dare slancio alla natalità e contribuire alla vitalità delle nostre comunità. Le aziende ticinesi, attraverso AITI, non dimenticano che dietro ogni impresa ci sono persone. E che prendersi cura delle persone è, oggi più che mai, una strategia vincente.