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Eravamo tre amici al bar che volevano…. cambiare l’agricoltura!

   
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Matteo Vanotti, Martino Poretti e Salvatore Ferullo - tre giovani e dinamici amici, provenienti da esperienze diverse ma complementari tra loro - hanno dato vita a XFarm: una pluripremiata start-up innovativa che promuove l’ingresso del settore agrario nell’era digitale.

 

Nata dall’esperienza di agricoltori e agronomi, e disegnata su misura per soddisfare le esigenze del settore agrario, xFarm è una società che punta alla digitalizzazione dell’agricoltura. Come? Fornendo agli imprenditori agricoli e agli attori della filiera agroalimentare degli strumenti innovativi, estremamente intuitivi e facili da utilizzare, che li supportino nella gestione delle loro aziende.

Grazie a questo ecosistema digitale - composto da un’app gratuita utilizzabile da PC e smartphone, da una dashboard Analytics e da una linea di sensori IoT - è possibile tracciare l’intera filiera agricola (dal seme al prodotto finito) e risalire in qualsiasi momento al lotto di produzione o al campo dov’è stato coltivato l’ortaggio, accelerando così verifiche e controlli. Non solo: questi dispositivi digitali consentono di monitore la produzione e di tutelarne la sostenibilità ambientale.

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Da sinistra, i tre giovani fondatori di XFarm: Matteo Vanotti, Martino Poretti e Salvatore Ferullo.

Per saperne di più su questa interessante e inedita realtà imprenditoriale, abbiamo fatto una lunga chiacchierata con uno dei suoi giovani fondatori: Martino Poretti.

 

Martino, xFarm ha tre co-founder: tu, Matteo Vanotti e Salvatore Ferullo. Oltre ad essere soci, siete anche amici?

Certo, siamo legati da una lunga amicizia, maturata in esperienze e lavori pregressi. Se non ci fosse stato questo legame fra di noi, unito alla comune voglia di metterci in gioco in un settore poco digitalizzato, sarebbe risultato molto più complicato mettere insieme tutte le competenze necessarie all’implementazione di un progetto di questa portata.

 

Come vi siete conosciuti e da quali percorsi formativo-professionali arrivavate?

Per quanto riguarda la parte formativa, veniamo tutti e tre da percorsi scientifici: Matteo, oltre ad essere un agricoltore, è un ingegnere elettronico; io sono ingegnere meccanico, mentre Salvatore è un informatico. Nonostante i nostri percorsi si fossero già incrociati durante gli studi, abbiamo avuto modo di conoscerci in maniera più approfondita solo più avanti. Io e Matteo, infatti, abbiamo lavorato insieme nell’ambito IT nel settore finanziario, mentre l’incontro con Salvatore è avvenuto successivamente, sempre in un contesto lavorativo.

 

Attualmente, che ruolo ricopre - ciascuno di voi - all’interno dell’azienda?

Matteo ricopre il ruolo di CEO e responsabile di prodotto, Salvatore - in quanto CTO - è il responsabile della parte IT mentre io sono il responsabile della ricerca e sviluppo in ambito IoT.

 

Adesso, non parliamo più di voi ma della vostra creatura: xFarm. Quando l’avete fondata, e perché avete scelto di chiamarla così?

xFarm è nata nel 2017 dalla necessità di Matteo Vanotti di utilizzare un servizio digitale che gli permettesse di gestire - in maniera semplice ed efficace - la sua azienda agricola. L’idea si trasformò in un progetto vero e proprio solo dopo, quando Matteo condivise i suoi piani con Salvatore e con me, che ne comprendemmo subito il potenziale.

Per quanto riguarda il nome, inizialmente era “my xfarm”; poi, dopo un breve periodo, ci siamo resi conto che non faceva trasparire al meglio la parte più tecnologica del progetto. Per questo, dopo alcuni step intermedi, abbiamo scelto quello definitivo: “xFarm”, un nome che riesce ad accomunare il settore di riferimento e di utilizzo della nostra piattaforma con il suo elevato contenuto tecnologico.

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Nel nome della vostra azienda, insomma, risiedono sia il suo DNA tecnologico, sia il suo core-business…

Esatto! Portare la tecnologia in campo e creare una piattaforma semplice e intuitiva, è stato il nostro obiettivo sin dal primo giorno. Esistevano già dei software gestionali per l’agricoltura che però erano incompleti o di difficile utilizzo. Secondo noi l’innovazione di xFarm sta proprio in questo: fruibilità e intuitività in una piattaforma che permette di gestire l’azienda agricola a 360°.

 

Quando si parla di xFarm, si parla di agricoltura 4.0, di Internet of Things applicato a colture e ortaggi… Giusto?

Corretto! Nel corso della storia l’agricoltura ha vissuto diverse rivoluzioni che hanno portato a un notevole sviluppo del settore. L’agricoltura 4.0 rappresenta l’ultimo step di questo percorso. Il suo obiettivo è quello di aumentare l’efficienza delle coltivazioni, a tutto beneficio dell’ambiente, delle tasche dell’agricoltore e delle garanzie del consumatore. Offrendo le tecnologie necessarie a raggiungere questi obiettivi, xFarm si colloca proprio all’interno del filone dell’agricoltura 4.0. In particolare, mettiamo a disposizione una piattaforma unica e completa dalla quale eroghiamo tutti i servizi essenziali per un’azienda agricola, indipendentemente dai suoi ambiti colturali e dalle sue dimensioni. Siamo tra i pochi sul mercato a offrire sensori per il monitoraggio ambientale e dei macchinari, completamente integrati nei servizi digitali che sviluppiamo e commercializziamo.

 

Ci puoi spiegare, in parole povere, quali tecnologie avete sviluppato e quali vantaggi offrono agli imprenditori del settore agricolo?

Con xFarm abbiamo messo a disposizione delle aziende agricole un tool completo per gestire, in maniera semplice ma molto moderna, tutti gli aspetti che interessano, appunto, un’azienda agricola. Le nostre tecnologie sono dei sensori e una piattaforma gestionale (Farm Management Information System) per PC, tablet e smartphone. I sensori permettono da un lato di monitorare i parametri ambientali (l’umidità del suolo e dell’aria, il vento, la temperatura, la quantità di pioggia, l’umidità fogliare…) e dall’altro di raccogliere i dati telemetrici dei macchinari (velocità, consumi, carico motore…). Tutti questi dati vengono poi registrati e analizzati dalla piattaforma xFarm così che l’agricoltore possa ricevere direttamente sui propri devices le informazioni e i consigli sugli interventi da compiere in campo: irrigazioni, trattamenti fitosanitari, eccetera…

 

Su quali fronti lavorate?

Lavoriamo su diversi fronti, quindi anche i vantaggi sono molteplici: il risparmio di tempo, l’aumento dell’efficienza delle operazioni agronomiche, la semplificazione della parte burocratica, la pianificazione delle lavorazioni, la capacità di organizzare le mansioni del personale, la possibilità di monitorare ciò che accade in campo in tempo reale e, non da ultimo, il possedere uno storico.

 

Ad oggi la vostra piattaforma è completa oppure state sviluppando delle ulteriori tecnologie e aggiungendo nuovi servizi a quelli esistenti?

Riteniamo che la nostra piattaforma - con i suoi 16 moduli gratuiti e 13 servizi a pagamento - sia estremamente completa. Nonostante ciò, mensilmente continuiamo ad ampliare l’offerta con nuove funzionalità e migliorie. Il motore di questo processo sono i nostri clienti. È attraverso i loro suggerimenti che riusciamo a capire quali sono le reali esigenze e dove dobbiamo migliorare.

 

Come siete riusciti a passare dall’idea iniziale al “go to market”? È stato difficile reperire i finanziamenti che hanno reso possibile questo passaggio?

Il passaggio è stato abbastanza veloce anche se ha comunque richiesto un grande impegno e tanta determinazione. L’agricoltura è un settore poco avvezzo alla digitalizzazione, per questo abbiamo dovuto lavorare molto dal punto di vista della semplicità di utilizzo e della comunicazione dei vantaggi derivanti dall’uso del digitale nel settore primario. Ora iniziamo a vedere i frutti di questo lavoro, siamo felici che sempre più aziende agricole siano interessate a noi e che anche gli investitori abbiano capito il potenziale della nostra piattaforma.

 

xFarm ha vinto numerosi premi… Quali?

Siamo molto orgogliosi che il nostro lavoro venga apprezzato e premiato, i riconoscimenti dei quali siamo più fieri sono il CES Asia (Consumer Electronic Show), ottenuto partecipando come Canton Ticino, il Moebius a Lugano e il Seed & Chips a Milano.

 

Quanto vi hanno aiutato questi riconoscimenti?

Sicuramente sono stati molto utili, sia dal punto di vista dei contatti che della visibilità. In un settore così complesso è fondamentale creare sinergie con altre realtà e trovare dei partner che abbiano la volontà di portare - insieme a noi - l’innovazione in agricoltura in modo rapido ed efficace.

 

Quando contate di uscire dallo status di start-up e di… spiccare il volo?

In parte lo abbiamo già fatto; da un lato stiamo stringendo accordi con multinazionali dell’agro-meccanica alle quali offriamo i nostri servizi, dall’altro aiutiamo aziende del settore alimentare a digitalizzare le proprie filiere. Collaborare con queste grosse realtà ci aiuta molto nel processo di sviluppo, permettendoci di accelerare anche il processo di internazionalizzazione. Pensate che, alla fine del 2020, contavamo più di 30’000 aziende agricole iscritte… Siamo in rapida crescita!

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