Inudstry-concept

Telelavoro, una questione di fiducia

   
AITI
< Indietro
Lo smart working, o semplicemente il telelavoro, ha modificato fortemente la nostra organizzazione lavorativa e personale.

Nel corso dell’ultimo anno siamo stati costretti, volenti o nolenti, a confrontarci con una realtà lavorativa sconosciuta per la maggior parte di noi.
In diverse Nazioni, soprattutto in quelle nordiche e negli Stati Uniti, il lavoro agile è una pratica usuale ormai da diverso tempo e le aziende si sono trovate preparate anche di fronte al periodo di chiusura. Diversamente, in Svizzera l’ufficio è rimasto il luogo di lavoro prediletto e non molte aziende consideravano il telelavoro come una possibilità da adottare.
Telelavoro questione di fiducia
Tuttavia, la pandemia ha costretto i datori di lavoro a rivedere lo spazio di lavoro e la sua organizzazione, al fine di continuare a potere esercitare la propria professione e garantire una continuità aziendale, evitando i contatti stretti e i conseguenti contagi. Il lavoro gomito a gomito, durante il quale bastava alzarsi per chiedere informazioni al collega dell’ufficio accanto, è sparito o fortemente diminuito a favore di videochiamate, videoconferenze ed e-mail.
Con i loro pro e i loro contro, lo smart working e il telelavoro sono diventati parte della nostra quotidianità e hanno provocato diversi cambiamenti anche nell’approccio tra datore di lavoro e collaboratore. In ufficio, il controllo da parte del capo era prassi e costituiva anche un utile feedback immediato sull’operato del dipendente. Spostando la postazione di lavoro a casa, il dipendente non può più contare sui frequenti controlli.
Da una situazione di stretto controllo si è dunque passati a una di grande flessibilità. Per il dipendente questo può significare maggiore libertà, ma anche maggiore insicurezza, poiché per ricevere un feedback deve sollecitare il datore di lavoro e attendere sue direttive, magari anche per diverso tempo.
Dall’altra parte, per il datore di lavoro non avere il controllo su ogni dipendente, o almeno non nell’immediato, provoca una situazione di instabilità.
Così la pandemia e il telelavoro hanno agito sul rapporto tra datore di lavoro e collaboratore, minando il campo della fiducia. Sulla base di una maggiore libertà del lavoratore, il dipendente deve responsabilizzarsi e diventare autonomo nel raggiungimento di obiettivi e compiti prestabiliti, mentre il datore di lavoro deve porre fiducia nell’operosità del collaboratore.
Telelavoro una questione di fiducia
Il dialogo è una buona soluzione per gettare le basi del presupposto fondante di fiducia reciproca, senza dimenticare che entrambe le parti possano contare l’uno sull’altro per qualsiasi difficoltà, seppure l’attesa di una risposta possa diventare più lunga.
La fiducia è fondamentale per garantire una relazione lavorativa sana e produttiva e assume ancora più importanza durante un periodo prolungato di telelavoro come quello che stiamo affrontando da oltre un anno. Per promuovere un clima di fiducia, il datore di lavoro deve revisionare la sua leadership, adattandola alle urgenze che richiede il telelavoro.

Altri articoli del blog