Si può dire quel che si vuole, ma la Svizzera, piccola nazione di circa 8 milioni di abitanti, si colloca stabilmente nella ristretta lista dei paesi leader nel mondo per la ricerca scientifica e tecnologica.
Come ricordava negli scorsi giorni l’ufficio federale di statistica, nel 2021 le imprese private elvetiche hanno speso 16,8 miliardi di franchi in attività di ricerca e sviluppo. Con un totale di 6,2 miliardi di franchi, il settore farmaceutico è quello che ha investito di più. Le persone coinvolte in attività di ricerca e sviluppo sono quasi 62'000, un quarto delle quali donne.
Naturalmente la Svizzera non vive di sola industria farmaceutica. Con 2,2 miliardi di franchi, il cosiddetto settore delle istituzioni specializzate nella ricerca, dunque anche istituti di ricerca e non solo, investe in maniera importante nella ricerca che fa riferimento a diversi settori economici.
Il ramo dei macchinari investe anch’esso non poco, cioè 1,5 miliardi di franchi. Un altro settore che investe in maniera importante in Svizzera nella ricerca scientifica è quello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Considerando che il 2021 era ancora un anno caratterizzato dalla pandemia, il risultato dell’analisi scientifica svizzera è degno di nota e a ciò si deve pure aggiungere quella effettuata a livello accademico e pubblico.
Sta tuttavia cambiando anche la natura della ricerca scientifica. Non solo assistiamo a un mutamento delle tecnologie, ciò che inevitabilmente indirizza in parte lo studio, bensì constatiamo un forte calo delle spese per la ricerca fondamentale, cioè quella non direttamente legata ad applicazioni pratiche.
Mentre nel 2015 la ricerca fondamentale rappresentava circa un quarto delle attività effettuate dalle imprese, la sua quota relativa è scesa all’8 % nel 2021. La ragione di questo crollo deriva essenzialmente dal cambiamento di ricerca operata all’interno delle imprese farmaceutiche.
Significativo constatare che dal 2012 le spese di ricerca nell’ambito delle biotecnologie non hanno mai smesso di aumentare. Nel 2021 le imprese hanno destinato 5,9 miliardi a questo ambito. Altro fatto significativo è dato dalla riduzione degli acquisti di attività di ricerca e sviluppo effettuati dalle imprese svizzere all’estero. Ciò può significare che le aziende svizzere trovano più facilmente nel nostro paese i mezzi per soddisfare le loro esigenze in materia di ricerca e sviluppo.
Non da ultimo, si segnala un aumento del personale dedicato a questo ambito. Sono praticamente 62'000 persone impiegate in attività ad elevato valore aggiunto. Le donne coprono circa il 25 % di questi posti di lavoro. Il loro numero è in aumento ma i dati indicano che esiste un chiaro margine di manovra per incrementare la ricerca scientifica da parte delle donne.
E il Ticino? Le attività di ricerca e sviluppo sono importanti anche nel nostro Cantone. Il numero dei brevetti depositati è in aumento, così come sono relativamente elevati i progetti di ricerca applicata svolti dalle imprese del territorio con la SUPSI o altri istituti.
Grazie alla presenza di istituti di ricerca di fama internazionale, come ad esempio l’IRB o lo IOSI a Bellinzona, il settore delle scienze della vita si sta sviluppando in maniera rapida e promettente. Le aziende attive in Ticino in questo settore sono oltre 400. Si tratta ora di consolidare questo settore economico come tutti gli altri, con politiche di investimento appropriate, sia private sia pubbliche.