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Siamo tutti sulla stessa barca

   
AITI
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Ernesto (nome di fantasia), possiede da diversi anni un bar. Da pochi mesi è stato preso in affitto da un nuovo gestore. Quando Ernesto ha firmato il contratto di locazione era davvero contento e sicuro di aver trovato persone serie e di parola.

Dopo aver passato mesi insonni e giornate in Pretura con il precedente gestore, finalmente avrebbe potuto di nuovo tornare nel suo bar come cliente, incontrare facce amiche e sentirsi ancora un po’ a casa sua.

Poi arriva questo maledetto Coronavirus, come un flagello che abbatte tutto sulla sua strada. In men che non si dica tutto cambia. Il Governo decreta lo stato di necessità e, bam! Il bar deve chiudere. Che disastro!

Non che abbia dubbi sulla necessità di evitare il contagio ma nella testa di Ernesto lo scenario è chiaro. In poco tempo il suo inquilino non sarebbe più stato in grado di pagare l’affitto.

“Sai, mi vengono in mente qualle spettacolari construzioni con il Domino, dai la spinta ad un pezzo e si innesca una reazione che finisce in pochi secondi, quando tutti sono giù, stesi a terra.” – dice Ernesto ad un amico, durante una delle loro discussioni sulle sorti del mondo.

L’immagine del domino gli resta nella testa. Il bar chiude, fra un po’ il locatario non potrà più pagare l’affitto, lui avrà difficoltà ad onorare il mutuo, il fornitore di bevande non fornirà più alcuna bibita, il fornaio non consegnerà più i cornetti e il pane e così via. La catena è lunga e Ernesto non riesce nemmeno ad immaginarsi quanto.

Siamo in un vero incubo. La gente si contagia; il bollettino dei morti fa impallidire; migliaia di aziende si domandano come faranno a svegliarsi dal brutto sogno. Molti si paralizzano in attesa di istruzioni e molti altri cercano affannosamente di trovare piccole, grandi soluzioni per tappare qualche falla nella nave che affonda sempre di più. Ernesto ci pensa in continuazione, cosa può fare nel suo piccolo per attivarsi, per uscire dal quel sentimento di impotenza che lo attanaglia.

Un mattino si sveglia e decide. Prende i suoi documenti e ricalcola il budget della sua attività immobiliare. Tutti i documenti davanti a se, clausole, numeri e calcoli. Occorre capire se e dove ci sono margini da limare, costi da contenere. Ci lavora un paio d’ore e infine valuta che qualcosa si può fare. Il suo contributo alla lotta contro la distruzione di valore che si sta producendo nell’economia sarà questo: una riduzione di affitto del 50%, temporaneamente, fino a che l’attività commerciale non potrà ricominciare.

Questo gesto non potrà arrestare la caduta dei pezzi del domino, ne è cosciente. Forse può bastare a rallentarne la velocità. Di questi tempi di conferenze stampa, siamo oramai avvezzi a questo concetto: rallentare la diffusione del contagio. Forse una goccia nel mare ma lui la sua parte di responsabilità vuole prendersela, chissà se servirà a rallentare la diffusione dei fallimenti d’impresa, solo il tempo ci dirà se sarà servito.

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