Inudstry-concept

Servizi in crescita, industria in trasformazione: le sfide per le PMI ticinesi

   
AITI
< Indietro

Gli scenari settoriali recentemente pubblicati su mandate dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale e dell’Ufficio federale dell’energia disegnano il futuro economico della Svizzera fino al 2060. Le proiezioni mostrano una tendenza chiara: il settore dei servizi continuerà a crescere in termini di occupazione, mentre agricoltura e industria vedranno ridursi il numero di posti di lavoro, pur mantenendo un ruolo centrale nella creazione di valore.

Entro il 2060 i posti a tempo pieno nei servizi passeranno da 3,1 a quasi 3,5 milioni. A trainare questa crescita saranno soprattutto la sanità e, in misura minore, i servizi sociali. Qui la domanda è sostenuta dall’evoluzione demografica e dall’aumento dei redditi, mentre i guadagni di produttività restano limitati. È il cosiddetto “effetto Baumol”: nei servizi alla persona, ridurre i costi grazie alla tecnologia è più difficile rispetto ad altri settori.

Per l’industria, la prospettiva è diversa. I nuovi scenari confermano un trend già in atto anche in Ticino: più produttività, meno occupazione. Un esempio emblematico è l’industria farmaceutica, che vedrà più che raddoppiare il proprio valore aggiunto entro il 2060, senza però creare nuovi posti di lavoro significativi. In altre parole, l’industria continuerà a generare ricchezza, ma con una base occupazionale più ridotta.

57

Per le PMI ticinesi, radicate in un territorio a forte vocazione industriale ma al tempo stesso vicino a grandi poli urbani come Milano e Zurigo, queste tendenze hanno conseguenze concrete. La riduzione dell’occupazione industriale non significa “meno industria”, bensì un’industria diversa: più tecnologica, più orientata all’innovazione e alla specializzazione, con una crescente integrazione dei servizi nei processi produttivi.

Il tessuto economico regionale dovrà quindi affrontare due sfide principali. Da un lato, le imprese dovranno investire nella formazione continua e nella valorizzazione delle competenze specialistiche, indispensabili per competere in mercati globalizzati. Dall’altro, occorrerà rafforzare la collaborazione tra PMI e settore dei servizi, in particolare nei campi della digitalizzazione, della consulenza e della logistica.

Anche dal punto di vista territoriale, gli scenari indicano un futuro in cui i centri urbani continueranno ad attrarre la maggior parte della crescita occupazionale. Tuttavia, si aprono spazi interessanti anche per regioni considerate “periferiche”, come dimostra l’esempio della Svizzera nord-orientale e della regione di Lucerna. Per il Ticino, questa dinamica potrebbe tradursi in nuove opportunità se saprà valorizzare le proprie peculiarità: posizione strategica, qualità della vita e competenze industriali radicate.

In sintesi, i prossimi decenni richiederanno alle PMI ticinesi non solo capacità di adattamento, ma anche una visione di lungo periodo. L’industria non sparirà: cambierà forma, sarà più snella in termini occupazionali ma più ricca in valore. Le imprese che sapranno cavalcare questo cambiamento potranno rafforzare la propria competitività e contribuire in modo decisivo alla crescita sostenibile della regione.

Altri articoli del blog