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Ritorno al futuro: valorizzare l'esperienza internazionale dei giovani ticinesi per lo sviluppo locale

   
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Il fenomeno dell'emigrazione giovanile è una realtà che ha caratterizzato storicamente il Ticino, con molti giovani alla ricerca di opportunità lavorative all’estero o al di là delle Alpi.

Da qualche tempo il tema è ridiventato di stretta attualità ed è spesso utilizzato per descrivere un Cantone in difficoltà, con un’economia incapace di creare opportunità d’impiego interessanti e ben remunerate. Tuttavia, anziché considerare questo movimento come un sintomo di malessere e una perdita per il Cantone, potremmo vedere la situazione da una prospettiva diversa, considerandola come un'opportunità per arricchire il patrimonio del Cantone Ticino.

In primo luogo possiamo essere tutti d’accordo sull’affermare che per un giovane partire dal Ticino significa imparare a vivere, a cavarsela e a doversi guadagnare un risultato, vuoi negli studi, vuoi nel lavoro. Partire è inoltre senz’altro il modo migliore per conoscere nuove culture ed apprendere per davvero le lingue, strumenti indispensabili per capire e farsi capire.

Ritorno al futuro (2)

Gli espatriati ticinesi acquisiscono poi preziose competenze, esperienze internazionali e mentalità aperte al cambiamento, che potrebbero essere un vero tesoro per la crescita del Cantone. La capacità di adattarsi a nuovi ambienti di lavoro, lo spessore che produce l’aver visto il mondo e il proprio paese da prospettive diverse e l’abitudine a ragionare con ampi orizzonti, sono solo alcune delle competenze chiave che questi giovani portano con sé al ritorno. In un mondo sempre più interconnesso, questi attributi sono inestimabili.

Vivere e lavorare all'estero porta inevitabilmente a un'apertura mentale e a uno spirito interculturale. I giovani ticinesi diventano cittadini del mondo, imparando a risolvere problemi in modo innovativo e a vedere le sfide da molte angolature. Questa mentalità è l’ingrediente necessario e l’indispensabile catalizzatore per produrre innovazione e progresso nel contesto locale.

Ma come fare a convincere queste preziose gemme al ritorno a casa?

Cominciamo a parlarne e a dibattere, alla ricerca di proposte concrete e realizzabili.

Ritorno al futuro (1)

Per stimolare il confronto noi ne abbiamo una: identificare 30 posizioni strategiche per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del Cantone, negli ambiti tecnologia, istruzione, sanità, arte e cultura o sostenibilità ambientale e sociale. Attraverso un vero e proprio Patto Sociale proponiamo di riservare esclusivamente queste posizioni strategiche a individui originari del Ticino che hanno vissuto e lavorato all'estero, in quel campo e in posizioni di rilievo.

Siamo convinti che il senso di appartenenza e il desiderio di contribuire alla crescita del paese che ancora riconoscono come casa loro, potrebbero essere per queste persone delle potentissime leve motivazionali. Siamo altresì convinti che una simile operazione possa avere successo solo se fondata su una precisa e convinta volontà politica che crei le migliori condizioni per cui queste persone possano concretamente incidere sulle sorti di questo cantone.

Questa proposta non solo porterebbe a un rapido trasferimento di competenze e conoscenze, ma anche a una crescita sostenibile nel tempo. I giovani ritornati contribuirebbero non solo al progresso economico ma anche a una maggiore coesione sociale e culturale nel cantone.

In conclusione, anziché considerare l'emigrazione giovanile come una fuga, potremmo riconsiderarla come un'opportunità. Valorizzare le esperienze internazionali dei giovani ticinesi e creare un ambiente che li inviti a tornare in età più matura insieme al loro tesoro di competenze, esperienze e mentalità, potrebbe essere la chiave per plasmare un futuro più ricco e prospero per il Ticino.

Che ne pensate? Avete altre idee e proposte? Formulatele nei commenti.

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