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Riforme fiscali, anche per il ceto medio

   
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Il tempo passato ci dimostra che in Ticino per fare passare riforme fiscali a favore di imprese e persone benestanti è necessario aggiungere sgravi di cui beneficia il “polmone verde” del cosiddetto ceto medio.

Negli anni novanta, una riduzione delle imposte alle persone giuridiche fu accompagnata da analoga riduzione delle imposte alle persone fisiche, soprattutto proprio per il ceto medio. Nell’urna il popolo approvò questa revisione delle imposte.

Nei trent’anni successivi il tema fiscale è riemerso regolarmente, non fosse altro perché in Svizzera vige la competitività fiscale fra i Cantoni e quindi vi è un interesse da parte di questi ultimi sia a mantenersi in una situazione di finanze pubbliche sane, sia ad avere un fisco non troppo ingordo nei confronti dei contribuenti.

Riforme fiscali, anche per il ceto medio (2)

Anche in tempi recenti, la riforma fisco-sociale e la riduzione dell’aliquota d’imposta delle persone giuridiche, contro la quale naufragò una raccolta delle firme per sostenere il referendum, sono andate in porto. La votazione del 18 giugno scorso a livello federale per adeguare la Svizzera ai criteri d’imposizione fiscale dell’OCSE (imposizione complessiva minima del 15 % per le grandi imprese e multinazionali), ha come conseguenza un certo livellamento della competitività fiscale fra i Cantoni.

La riforma della legge tributaria cantonale presentata dal Consiglio di Stato recentemente, è un nuovo elemento che interviene ad ammodernare il sistema fiscale cantonale.

Non c’è nulla di sbagliato nel promuovere interventi fiscali di cui beneficeranno persone benestanti. Sono quei contribuenti che pagano la maggior parte delle imposte in Ticino e l’accentuata concorrenza fiscale fra i Cantoni ci espone al rischio di perdere buoni contribuenti, come già sta avvenendo. Tutti comprendono che sostituire una persona che paga ogni anno centinaia di migliaia se non milioni di franchi d’imposte è impresa molto difficile.

E’ vero però che questa riduzione fiscale a favore dei benestanti e ricchi sarà di fatto finanziata dal ceto medio e quello medio-alto, perché il moltiplicatore d’imposta cantonale sarà riportato dall’attuale 97 % al 100 %.

A livello parlamentare è facile immaginare che alcuni partiti spingeranno per mantenere l’attuale sgravio sul moltiplicatore d’imposta cantonale. Altre forze politiche semplicemente hanno già annunciato il referendum contro la riforma.

Riforme fiscali, anche per il ceto medio (1)

Il ceto medio non guadagna abbastanza per essere definito benestante o ricco e non riceve in genere dei sussidi, ma deve fare fronte a spese sempre più ingenti. Il suo reale potere d’acquisto è avvicinato anche da fasce di contribuenti più “poveri” che beneficiano invece di sussidi. Logico pensare che anche il ceto medio debba ricevere qualche attenzione maggiore dal punto di vista fiscale.

La riforma fiscale presentata dal Governo cantonale contiene però anche altre misure, sicuramente utili. La riduzione dell’imposizione sulle successioni e donazioni ma in particolare la facilitazione della trasmissione dell’azienda al di fuori della cerchia familiare, riduce gli ostacoli che oggi penalizzano o addirittura compromettono il passaggio dell’azienda a nuovi responsabili.

Anche l’intervento per ridurre l’imposizione fiscale che grava sul capitale di previdenza è un correttivo sacrosanto. Non sono pochi i contribuenti che al momento del pensionamento hanno maturato un capitale previdenziale oltre il mezzo milione di franchi. Il loro semplice spostamento nel canton Grigioni, a Svitto, Uri e altri Cantoni, permette loro di risparmiare decine o centinaia di migliaia di franchi a livello fiscale. L’esodo di pensionati contribuenti verso lidi più favorevoli è in atto da tempo ed è destinato ad aumentare con il pensionamento della generazione del baby boom. Vogliamo continuare a farci del male e a perdere contribuenti preziosi?

 

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