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Quella volta che la Apple ha rubato l’orologio delle FFS

   
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Gli svizzeri sono famosi per essere razionali, puntuali e precisi. Eppure, dietro a un primo strato di meticolosità si nascondono innovazione e creatività. Ce lo conferma anche il Global Innovation Index 2020, che ci vede al primo posto come Paese più innovativo, seguito da Svezia e USA. Per il decimo anno consecutivo, la Svizzera si trova sul gradino più alto del podio, anche nella sottocategoria “richieste di brevetto”.


Non è però solo da un decennio che il nostro Paese eccelle in questo ambito. Poco meno di 30 anni fa, a Zurigo, i fratelli Freitag hanno realizzato la prima borsa composta da materiali riciclati e soprattutto impensabili: vecchi teloni di camion, camere d’aria per biciclette e cinture di sicurezza di automobili. Facciamo un altro piccolo salto nel passato e atterriamo nel 1957 a Münchenstein, nel Canton Basilea Campagna, dove la mente del designer Max Miedinger partorisce uno dei font più apprezzati al mondo e che non poteva che chiamarsi Helvetica. Due delle numerose invenzioni Swiss made.

AITI_Quella volta che la Apple ha rubato l’orologio delle FFS

Approfondiamo ora la storia di una terza invenzione svizzera, tornando al soggetto principale del nostro articolo e a quella volta che la Apple lo ha rubato. L’orologio delle FFS. Quello con la lancetta dei secondi rossa a forma di paletta da capostazione, per intenderci. Quello che troviamo in tutte le stazioni ferroviarie elvetiche. È nato nel 1944 da un’idea dell’ingegnere e designer svizzero Hans Hilfiker, che voleva che l’oggetto rappresentasse la puntualità delle ferrovie svizzere ed era quindi necessario che tutti gli orologi di tutte le stazioni ferroviarie elvetiche segnassero la stessa ora. Piccolo inconveniente, la sincronizzazione di tutti gli apparecchi richiedeva 1,5 secondi. Piccola soluzione, la lancetta dei secondi effettuava (ed effettua tuttora!) un giro di orologio in 58,5 secondi, si ferma per 1,5 secondi e poi inizia il giro successivo. Per i più romantici, la pausa di 1,5 secondi serve a trasmettere un senso di calma a chi è trepidante, in attesa di salire sul proprio vagone. Oltre ad essere un simbolo di perfetta precisione elvetica, l’orologio delle FFS è diventato un oggetto di design apprezzato in tutto il mondo. È diventato anche un orologio da polso, da parete, da tasca. È esposto al Museo del design di Londra e al MoMa di New York. Lo troviamo anche nelle piazze di diverse città del mondo: da Caracas a Cambridge, passando per Edimburgo fino a Città del Messico.

Il suo design è piaciuto molto anche alla mela di Cupertino, tanto che lo ha utilizzato nell’allora (2012) nuovo sistema operativo dell’iPad e in particolare per la sveglia. Un vero onore per le Ferrovie federali e in generale per un piccolo paese come la Svizzera: vedere un proprio vanto di design utilizzato in un tablet popolare in tutto il mondo. Certo, tutto molto bello, se non fosse che l’unico possessore dei diritti di commercializzazione fossero le FFS, alle quali non risultava proprio di aver venduto la licenza ad Apple. Le FFS – sorprese e scioccate di vedere la propria lancetta rossa ticchettare nella sveglia dell’iPad – hanno giustamente richiesto un risarcimento al colosso americano, che ne ha infine acquistato la licenza di utilizzo per iPad, iPhone e iPod.

Quella volta che la Apple ha rubato l’orologio delle FFS

Un orologio svizzero, che cliché! Ma anche un font, una borsa e altre invenzioni elvetiche di cui non abbiamo parlato, come lo zucchero in zollette, il foglio di alluminio e l’indistruttibile pelapatate Rex.

Una storia di creativi, innovatori e brevettatori svizzeri. Un Paese che da dieci anni si riconferma un ottimo incubatore di innovazione. La speranza che la Svizzera possa anche in futuro rimanere terreno fertile per nuove idee e aziende innovative.

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