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Quanto sociale è la mia impresa?

   
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Domanda che risponde ad un bisogno, ad un desiderio o ad una necessità?

Il bilancio sociale d’impresa è un termine entrato nel vocabolario da appena qualche anno e già si sta delineando un velocissimo cambiamento di paradigma. Molte sono le imprese che hanno deciso di elaborare un report di sostenibilità. Alcune spinte da esigenze poste da sistemi di certificazione di qualità, altre per cercare di ottimizzare il potenziale di vantaggio concorrenziale dato da collaboratori più allineati e soddisfatti, da una migliore comunicazione con i propri stakeholder, da un’organizzazione più efficace e da un miglioramento complessivo dell’immagine aziendale. Il trend è oramai delineato e la strada tracciata. Anche dal punto di vista legislativo si stanno formalizzando le prime misure a livello cantonale, federale ed internazionale.

Sta però succedendo qualcosa che è destinato ad aumentare in modo importante la velocità di questo cambiamento: i capitali si stanno orientando su investimenti che possono certificare il loro impatto sociale. Le banche ed i gestori, abituati a dare riscontro ai loro clienti sul rendimento del capitale investito, devono sempre più spesso rispondere alla domanda: ma qual è il bilancio sociale del mio portafoglio?

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La domanda è legittima e a porsela insistentemente sono le giovani generazioni. Quelle che stanno progressivamente entrando in possesso di ingenti fortune, quelle che stanno assumendo posizioni di comando all'interno delle imprese, quelle che pretendono di ottenere una risposta.

Il capitale è dunque alla ricerca di investimenti sostenibili, è solo una questione di tempo e poi le imprese che non saranno in grado di dimostrare il proprio impatto sociale saranno confrontate con difficoltà di finanziamento.

 

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