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Quando l’economia circolare diventa preziosa

   
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Filippo Andreani, Direttore della SAR RECYCLING SA di Riva San Vitale, racconta con orgoglio la storia, i valori e l’attività dell’azienda che dirige. Fondata nel 2006, essa si occupa del commercio e della lavorazione (anche per conto terzi) di scarti industriali contenenti metalli preziosi.

1_ Filippo Andreani_Direttore della SAR RECYCLING SAFilippo Andreani, Direttore della SAR RECYCLING SA

Andreani, chi sono i soci fondatori di SAR RECYCLING SA?
L’Azienda è stata fondata da Remo Cattaneo, classe 1940, il quale - durante la sua vita professionale - si era ampiamente occupato dei cosiddetti “recuperi poveri”. Ci tengo a sottolineare che Cattaneo è tuttora Socio e che, spesso, ricorriamo alla sua esperienza per un consiglio.
Oggi la squadra direzionale, oltre al sottoscritto, si completa con Matteo Corrias (Divisione Fusioni e Incenerimenti) e Paolo Grassi, specializzato in contabilità e finanze.
 
Di cosa si occupa la vostra azienda?
SAR RECYCLING SA si occupa del recupero di metalli preziosi da materiali di scarto, trattando in tanti e diversi modi merci eterogenee: dai catalizzatori esausti, ai rifiuti prodotti dall’industria orologiera; dalle leghe dentali, ai componenti elettronici, eccetera.
 
I materiali di scarto dai quali recuperate i metalli preziosi, da quali tipologie di lavorazioni o di produzioni industriali provengono?
I materiali di scarto che impieghiamo sono molto diversi tra loro. Per brevità, le rispondo che l’attuale core business è rappresentato dal trattamento dei rifiuti dell’industria orologiera svizzera e, quindi, da una varietà di scarti quali guanti, stracci, trucioli e molto altro.

2_Il crogiolo in funzione Il crogiolo in funzione
 
Le aziende che vi forniscono i materiali di scarto che poi andrete a lavorare, sono tutte basate in Svizzera oppure ce ne sono anche di estere?
Dipende dal prodotto. L’orologeria di alta gamma, per esempio, è storicamente e solidamente insediata in Svizzera. Al contrario, il mercato svizzero dei catalizzatori è assai limitato: pertanto, ci vengono forniti quasi totalmente dall’estero. Più in generale, direi che partiamo sempre dal mercato locale per poi affacciarci oltre i confini nazionali.
 
Una volta recuperati i metalli preziosi dai materiali di scarto, cosa ne fate?
Non eseguiamo il recupero fisico del metallo puro del quale, invece, dopo diverse fasi di lavorazione (incenerimento, fusione, campionatura, eccetera) determiniamo la concentrazione ad opera dei nostri Saggiatori Giurati. Il prodotto delle nostre fusioni è destinato alle raffinerie che, attraverso un processo essenzialmente chimico, procedono alla separazione dei vari elementi ed alla successiva creazione di lingotti, spugne e prodotti specifici.


E i materiali di scarto residui, come vengono smaltiti?
Non abbiamo materiali da smaltire (e questo è tipico dell’economia circolare) nel senso che tutto, scarti compresi, continua ad avere un proprio valore commerciale. Ad esempio, dei catalizzatori trattiamo solo il monolite ceramico che contiene platino, palladio e rodio; lo scarto di questa lavorazione, è l’involucro metallico che viene rivenduto come rottame ad altri riciclatori.
Gli unici smaltimenti che effettuiamo - destinandoli ad aziende locali specializzate - sono reflui (acque da asciugatura o da decantazione) in quantità assai modeste.

3_immagine scattata nel laboratorio dell’azienda
Un’immagine scattata nel laboratorio dell’azienda

Quali sono, a suo avviso, i punti di forza di SAR RECYCLING SA?
Cosa apprezzano maggiormente i clienti di voi? I nostri clienti apprezzano molto la velocità del nostro servizio e la precisione nella gestione della relazione d’affari: chiarezza nel modus operandi, professionalità e grande flessibilità dei nostri colleghi nell’intercettare e soddisfare i loro principali bisogni. Queste caratteristiche ci stanno facendo crescere velocemente: nel 2022 abbiamo fatturato oltre 250 milioni di franchi e, rispetto all’anno precedente, abbiamo triplicato le lavorazioni!
Credo che la nostra grande forza sia la meravigliosa squadra che siamo riusciti a costruire: un gruppo di 33 collaboratori molto unito e gioioso, con una costante voglia di migliorarsi. Di questo, vado estremamente orgoglioso perché mi piace pensare che la nostra Azienda sia anche un luogo di condivisione e di crescita personale, oltre che professionale.
 
SAR RECYCLING SA - so che ci tiene particolarmente a sottolinearlo - è fortemente impegnata sul fronte della sostenibilità, in tutte le sue declinazioni. Come si esprime, concretamente, questo impegno?
In molti modi, tutti estremamente pratici… Abbiamo un rigoroso modello di compliance ed un preciso codice etico; privilegiamo fornitori locali di beni e servizi, tant’è vero che 64 milioni di franchi su un totale di 92 milioni vengono distribuiti sul territorio ticinese; stiamo investendo cifre importanti nella digitalizzazione e nella formazione dei collaboratori; siamo molto attenti ai loro desideri ed abbiamo un estremo rispetto delle loro necessità; abbiamo inoltre orari di lavoro assai flessibili e solo contratti a tempo indeterminato; misuriamo autonomamente le nostre emissioni ed investiamo costantemente per ottenere un loro ulteriore abbattimento; non da ultimo, privilegiamo fonti di energia naturali. Il mese prossimo riceveremo un riconoscimento per esserci dimostrati sensibili rispetto al tema dei cosiddetti “Famigliari curanti”: insomma, lavoriamo ogni giorno affinché la SAR RECYCLING SA assomigli il più possibile al Mondo che vorremmo, un Mondo in cui il rispetto e la lealtà stanno alla base di ogni relazione.

4_Alcuni dei 33 collaboratori della SAR RECYCLING SA
Alcuni dei 33 collaboratori della SAR RECYCLING SA

A proposito di sostenibilità, la vostra è stata tra le prime aziende del nostro Cantone ad aderire al progetto pilota - promosso da AITI, in collaborazione con la SUPSI - che permette alle aziende di elaborare un “Report CSR di territorio”, con l’ausilio di un modello e di indicatori pre-definiti. Quanto vi è stato utile realizzare questo documento?
Moltissimo! Ci siamo letteralmente “guardati dentro”. Si è sempre così presi dall’operatività quotidiana, che la redazione del Report è stata un’ottima scusa per fermarsi a riflettere su cosa facciamo, su come lo facciamo e sui margini di miglioramento che, come si sa, ci sono sempre. Per tutte queste ragioni, siamo determinati a ripetere questo eseercizio, con cadenza regolare, anche in futuro. Ringraziamo di cuore AITI per l’opportunità che ci ha dato e le meravigliose Jenny Assi e Caterina Carletti della di SUPSI per il grande supporto offertoci durante la redazione.
 
A breve, vi trasferirete in una nuova sede. Che caratteristiche avrà l’edificio?
Sì, nel 2024 ci trasferiremo, finalmente, in una nuova sede a Mendrisio. Essa avrà una superficie doppia rispetto a quella attuale. Nella progettazione abbiamo privilegiato la zona produttiva, ampliando moltissimo sia i laboratori di analisi che gli spazi di lavorazione e ponendo un’estrema attenzione al tema della sicurezza in tutte le sue sfaccettature. Sarà un posto confortevole e ben organizzato. Non vediamo l’ora di inaugurarla!

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