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Quando l’influencer aiuta l’azienda

   
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Recentemente il calciatore Cristiano Ronaldo, durante una conferenza stampa prima di una partita degli Europei 2020, ha fatto perdere 4 miliardi di dollari a Coca-Cola. Il gesto, semplice e della durata di una manciata di secondi, ha causato un crollo finanziario della nota azienda. Ma cosa ha fatto Ronaldo? Ha spostato due bottigliette di Coca-Cola per rimpiazzarle con una d’acqua e, aggiungendo, che è meglio bere acqua anziché bevande zuccherate.

influencer di moda registra video in cui mostra delle maglie

Un gesto così semplice e banale che ha in realtà influenzato il valore finanziario del colosso Coca- Cola: i titoli dell’azienda sono passati da 56,1 a 55,2 miliardi di dollari, facendole perdere 4 miliardi. Grazie anche alla nascita dei social e dal loro utilizzo massiccio sono nati gli influencer, persone in grado di influenzare i gusti e le preferenze dei consumatori o, perlomeno, di dirigerli verso determinati prodotti ed aziende. Il gesto di Cristiano Ronaldo – conosciuto in tutto il mondo per essere uno dei top player del mondo calcistico e già rappresentante di diversi marchi – ha naturalmente colpito l’attenzione dei telespettatori e del pubblico, cambiando totalmente la loro idea riguardo a Coca-Cola. Naturalmente è proprio questo il lavoro richiesto agli influencer: influenzare. Le aziende hanno imparato a sfruttare la visibilità di questi personaggi pubblici e utilizzare il loro impatto sul grando pubblico per raggiungere scopi di marketing e di vendita.

Un altro caso celebre e piuttosto recente è quello di Tod’s. Lo scorso aprile l’azienda ha deciso di accogliere nel suo CdA la nota Chiara Ferragni. La scelta di Tod’s si è rivelata carta vincente: in un mese le azioni sono passate da 30 a 45 euro grazie a quello che è stato rinominato “effetto Ferragni”. L’influencer marketing è un processo di comunicazione sempre più utilizzato dalle grandi imprese, che desiderano coinvolgere e raggiungere un audience e un target più ampi grazie alla visibilità dei personaggi che vengono ingaggiati, spingendo il pubblico a comprare prodotti e servizi del brand. Le abitudini di acquisto dei fan vengono dunque modificate dai post e dalle fotografie degli influencer condivise attraverso social network e social media (molto in voga sono Instagram, Twitter e Youtube).

influencer in cucina insegna a preparare una ricetta con i mirtilli

I vantaggi per l’azienda sono diversi. In primo luogo, i sostenitori dell’influencer potranno diventare i nuovi consumatori poiché si fideranno del personaggio e delle sue abitudini (questa fiducia aumenterà ancora se il rapporto tra azienda e influencer continuerà per lungo tempo). Inoltre, l’azienda potrà puntare su target specifici, selezionando con cura l’influencer in base al suo pubblico. Attualmente le aziende stanno impiegando questa strategia soprattutto per coinvolgere i millenials e le generazioni successive. In ultima istanza, l’azienda riuscirà a raccogliere dati utili per le ricerche di mercato: il target sarà infatti presente sui social e interagirà attraverso essi con likes, condivisioni, e commenti, fornendo più o meno consciamente dati utili.

La grande sfida per le aziende è trovare influencer che credano il più possibile nel brand e che condividano le esigenze e i bisogni ai quali il prodotto vuole sopperire. Una collaborazione trasparente e sincera significa un messaggio più naturale ed emotivo, vicino alla sensibilità del target che l’azienda si prefigge di raggiungere. Per evitare ripercussioni negative sulle vendite e sul valore finanziario, l’azienda deve incentrare la ricerca dell’influencer sull’autenticità del rapporto oltre, naturalmente, alla sua capacità di influenzare i gusti dei propri sostenitori.

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