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Quando amore e impresa viaggiano in tandem

   
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A colloquio con Kara Harl, Managing Director di DolcePack GmbH – Packaging Machinery: start-up altamente innovativa, creata e avviata insieme al marito Andrea Ferrari. Un sodalizio professionale, il loro, che è nato e cresciuto di pari passo con la relazione sentimentale.

 

DolcePack GmbH - che, nel novembre del 2021, si è classificata al 4° posto del Boldbrain Startup Challenge - è stata fondata nel febbraio del 2020 da due coniugi: Kara Harl e Andrea Ferrari. In realtà, l’idea di avviare un progetto imprenditoriale insieme era nata molto tempo prima, più precisamente nel 2007, poco dopo essersi conosciuti.

All’epoca, entrambi erano impegnati nelle loro rispettive attività professionali: Kara, che è americana, allora viveva e lavorava a Chicago, negli USA, mentre Andrea abitava in Italia ma era già alle dipendenze di un’azienda svizzera.

“Abbiamo pensato ad un nostro progetto imprenditoriale sin dai primi tempi della nostra relazione, anche se lo stesso non era ancora ben definito: quando ci vedevamo, ne parlavamo e pensavamo a come lo avremmo potuto sviluppare - ci racconta Kara con un pizzico di nostalgia per quel periodo così intenso e promettente - “Poi piano piano, anno dopo anno, seppur tra mille ostacoli e difficoltà di ogni genere, siamo finalmente riusciti a dare concretezza al nostro sogno e adesso… eccoci qua!”.

Kara Harl Co-Founder e Managing Director di DolcePack GmbHKara Harl, Co-Founder e Managing Director di DolcePack GmbH

Ma come vi siete conosciuti tu e tuo marito Andrea?
Nel 2007 io vivevo a Chicago dove lavoravo come ingegnere chimico per una multinazionale che creava prodotti in plastica: nella fattispecie, sacchetti flessibili per imballaggio. Andrea, invece, era dipendente di un’azienda svizzera che produceva macchinari per la conversione della plastica in sacchetti flessibili, molto simili a quelli realizzati dalla mia azienda. Lavorando nello stesso campo, forse era destino che prima o poi ci saremmo incrociati… . E difatti, proprio quell’anno, ci siamo incontrati in California. La mia azienda stava cercando dei macchinari adatti alla sua tipologia di produzione e, guarda caso, l’azienda di Andrea produceva proprio quel tipo di macchine… . È subito scoccata la scintilla! Ci siamo sposati nel 2008 e, poco dopo, mi sono trasferita in Europa: per amore, ma anche per poter portare avanti il progetto imprenditoriale che avevamo nel frattempo sviluppato.

Il core-business della vostra start-up è facilmente intuibile: è infatti condensato nel suo nome "DolcePack"…
Sì, in effetti gli imballaggi che vengono riempiti e confezionati dalle nostre macchine sono particolarmente indicati per il settore dolciario ed alimentare (cereali, legumi, conserve…). Queste tipologie di buste, flessibili e saldate, possono essere impiegate però anche in altri settori dell’industria: dalla farmaceutica, alla cosmetica, passando per il settore dei detersivi e dei prodotti per la pulizia. A ben pensarci, rispetto alle potenzialità e alle molteplici sfere di applicazione delle nostre macchine, il nome DolcePack non è poi così calzante! Ci piace comunque mantenerlo perché esprime molto bene la dolcezza (intesa come kindness) che Andrea ed io cerchiamo di mettere in tutte le fasi del rapporto che intratteniamo con i nostri clienti, anche dopo la firma del contratto. Fornire un valido supporto e confrontarsi costantemente con chi ha avuto fiducia in noi e nei nostri macchinari, per noi è davvero imprescindibile.

Un macchinario firmato DolcePackUn macchinario firmato DolcePack

Tenendo conto delle specificità proprie dei vostri macchinari, vi rivolgete solo alle grandi aziende oppure anche a quelle medio-piccole?
Il nostro obiettivo è quello di creare un luogo fisico, ad esempio un capannone di piccole dimensioni, al quale le aziende più piccole - che non dispongono né dello spazio, né della forza finanziaria per investire nell’acquisto di un macchinario DolcePack - possano accedere su prenotazione, per confezionare i propri prodotti. Così facendo, daremmo la possibilità a più imprese del territorio di utilizzare i nostri macchinari, adattandoli di volta in volta alla natura dei loro prodotti (secchi o liquidi), al loro peso e alle dimensioni/volumi degli stessi. Questo tipo di soluzione potrebbe interessare anche ai Comuni sul cui territorio sono insediate delle realta produttive. Per agevolarle, potrebbero infatti creare loro stessi uno spazio adatto ad ospitare uno o più macchinari da co-utilizzare tra più aziende. Sarebbe un’iniziativa davvero innovativa! Speriamo che qualcuno la sposi e si faccia avanti… 

 

Ciascuno di voi, mi par di capire, ha portato in DolcePack le proprie competenze ed esperienze pregresse… 
Proprio così! Io ho portato in dote il bagaglio di conoscenze e di competenze maturate in ambito chimico: mi sono occupata di studiare il mercato, di capire se c’era del potenziale per i nostri prodotti e, successivamente, di seguire l’iter procedurale che ha portato alla loro brevettazione. Andrea invece, che è figlio di un imprenditore-progettista meccanico, è praticamente cresciuto in mezzo ai disegni e ai macchinari. Ha quindi avuto modo di acquisire, in maniera molto naturale, una vasta conoscenza dell’automazione industriale (dalla pesatura, al confezionamento, fino alla conversione di prodotto) che sta alla base dei macchinari firmati DolcePack.

 

Cosa differenzia R-EVO - la vostra macchina di punta per il riempimento e la saldatura di buste preformate - rispetto a quelle, diciamo, più convenzionali che si trovano in commercio?
R-EVO è stata sviluppata sulla base dei limiti e delle carenze che abbiamo riscontrato sulle macchine già esistenti. Rispetto ai macchinari convenzionali, abbiamo ribaltato di 90 gradi la cosiddetta giostra operativa, dando così la possibilità all’operatore che sta davanti alla macchina di vedere - contemporaneamente - tutti i passaggi produttivi.

Kara con il marito Andrea FerrariKara con il marito Andrea Ferrari

 

Sintetizzando al massimo, quali vantaggi offre, alle aziende, l’implementazione di R-EVO?
Il punto di forza di R-EVO e il suo contenuto innovativo consiste proprio nella visione di insieme che permette di ottenere! Quest’ultima comporta infatti significativi ed inediti vantaggi: dalla compattezza del macchinario (l’ingombro al suolo è stato ridotto di circa il 60%), al cambio di formato degli imballaggi (che si può impostare automaticamente in meno di 5 minuti senza dover smontare e rimontare parte del macchinario); dalla riduzione del numero di operatatori necessari al funzionamento e al controllo della macchina (si passa infatti da 2/3 a 1 unità), fino alla riduzione dei tempi di manutenzione. Insomma, i vantaggi derivanti dall’utilizzo del nostro macchinario sono davvero numerosi!

 

A chi dobbiamo lo sviluppo e la brevettazione di questa innovativa tecnologia?
Beh, direi che lo sviluppo di R-EVO è da ascrivere interamente a mio marito Andrea, così come la sua brevettazione. Io, da parte mia, mi sono occupata di studiare bene la concorrenza e di analizzare i brevetti già esistenti. Il nostro è, ed è sempre stato, un lavoro in TANDEM!

 

Cosa vi aspettate per il prossimo futuro? Andrea ed io - attraverso il supporto di agenti commerciali - stiamo cercando di ampliare la rete di vendita dei nostri macchinari a livello internazionale. Sinora abbiamo puntato soprattutto sul mercato europeo e, incrociamo le dita, stiamo avendo un buon riscontro da Svizzera, Italia, Germania, Francia e Grecia. I nostri macchinari, per il 90% delle loro componenti, possono essere considerati standard. Il restante 10%, invece, dev’essere personalizzato sulla base del singolo progetto, in base alla tipologia di prodotto che si vuole ottenere. Questo ne facilita ovviamente la produzione e, non da ultimo, ne ottimizza i costi… .

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