Si sa, il mercato del lavoro è in continua evoluzione e a causa dell’emergenza sanitaria è mutato ancora più velocemente. Ci si accorgeva del suo repentino cambiamento già negli scorsi mesi, leggendo gli annunci di lavoro: cercasi infermiere, dottore, radiologo, addetto del commercio al dettaglio, driver per consegne a domicilio, eccetera.
Ora però ci stiamo avvicinando sempre più all’11 maggio, quando ristorazione, negozi, scuole, musei e biblioteche riapriranno i battenti alla popolazione e inizierà il periodo “post Covid-19”. È naturale domandarsi quali saranno le figure professionali più ricercate e in quali settori, soprattutto tenendo conto delle nostre nuove abitudini private e lavorative.
Già agli albori del coronavirus nella nostra Confederazione e anche per tutta la durata del lockdown, abbiamo cambiato, più o meno radicalmente, la nostra vita: l’ufficio si è spostato a casa, i luoghi pubblici come bar e ristoranti che ci piaceva frequentare sono diventati ben presto off-limits, abbiamo dovuto evitare qualsiasi contatto sociale inutile.
Questi fattori hanno causato un utilizzo maggiore della tecnologia, la necessità di cucinare e mangiare a casa, la scoperta di nuove passioni come il giardinaggio o l’home fitness che, in termini di acquisti, significa un utilizzo massiccio di social media e social network, di servizi di food delivery e dell’e-commerce.
Un radicale cambiamento come quello che è avvenuto, non sarà di certo correggibile nel breve termine e sarà destinato a durare nel tempo. Questo influirà anche sulle figure professionali più richieste dal mercato del lavoro. Si può supporre che al termine dell’emergenza il mondo del commercio online e del food delivery dovrà mantenere la familiarità conquistata con i clienti negli scorsi mesi e dovrà essere potenziato.
Ci sarà dunque l’esigenza di trovare driver per consegne a domicilio, ma anche figure professionali in grado di gestire la comunicazione e di pianificare strategie di fidelizzazione. Anche gli informatici ed esperti delle reti saranno molto richiesti, soprattutto da quelle aziende che vorranno almeno in parte mantenere il telelavoro. Gli esperti di intelligenza artificiale assicureranno alle imprese una veloce automazione dei processi, garantendo sicurezza ai collaboratori e continuità del lavoro in caso di un’ulteriore ondata di contagi e di una conseguente quarantena forzata.
E per quanto riguarda il fronte sanitario? Secondo Julian Zelizer della Princeton University, anche le aspirazioni delle nuove generazioni muteranno e molti vorranno intraprendere un percorso formativo di stampo medico e scientifico. Non a caso, nella vicina Penisola, sono già nate oltre 100 start-up in ambito medico-sanitario. Insomma, nuove opportunità lavorative per chi le saprà sfruttare.