Lo scorso novembre l’Ufficio federale di statistica ha pubblicato una nuova rilevazione di dati sulle pari opportunità delle persone con disabilità sul posto di lavoro. I risultati emersi sono basati su dati raccolti nel 2019, attraverso alcune interviste e basate principalmente sui dati dell’indagine sui redditi e sulle condizioni di vita, ma che rispecchiano ancora la realtà attuale.
Fortunatamente, le persone con disabilità ora partecipano in ampia misura al mercato dal lavoro (nel 2019 il 72%): le persone con disabilità in età lavorativa ci tengono a dare il loro contributo professionale anche se limitate fortemente nelle attività della vita quotidiana. Nello specifico, il 68% delle donne con disabilità e il 78% degli uomini con disabilità partecipano al mercato del lavoro (entrambe percentuali più basse rispetto ai lavoratori senza disabilità).
Nonostante il dato incoraggiante, dall’indagine è emerso anche che le persone con disabilità sono meno soddisfatte della loro qualità di vita al lavoro rispetto alle persone senza disabilità (67% contro l’81%), percentuale che scende ancora di più se vengono considerano i lavoratori con disabilità fortemente limitante (57%).
Nel dettaglio, le donne si dichiarano più soddisfatte delle loro condizioni di impiego rispetto agli uomini con disabilità (70% contro il 64%).
La scontentezza è dovuta soprattutto alla remunerazione (valori medi di 6,7 contro 7,4 su una scala da 0 a 10) e alle condizioni di lavoro (7,7 contro 8,0). Anche la stanchezza gioca un ruolo cruciale: le persone con disabilità, dopo un’impegnativa giornata di lavoro, si sentono esauste e hanno meno energia per dedicarsi al loro tempo libero e alla vita privata (4,5 contro 5,4).
Inoltre, esse dichiarano di subire violenza e discriminazione (26% contro il 18%). Nel 2017 era il 4% di loro a dichiarare di essere stato vittima di discriminazione sul posto di lavoro a causa della disabilità, addirittura la percentuale raggiunge il 12% se si considerano le persone fortemente limitate nell’attività quotidiana.
Se poi si prendono in esame i 12 mesi antecedenti all’indagine, il 26% delle persone disabili intervistate ha dichiarato di aver subito almeno una delle nove forme di discriminazione o di violenza in più o combinate (a causa di età, sesso, oppure origine), violenza verbale o fisica, minacce, intimidazioni, mobbing, molestie sessuali e altro. Un dato che spaventa, soprattutto se confrontato con quello delle persone occupate senza disabilità che hanno subito violenze e discriminazioni sul posto di lavoro: la percentuale non supera il 18%.
Insomma, per le persone che hanno un problema di salute di lunga durata sembra ancora lunga la strada per trovare uno stato di benessere sul posto di lavoro. Le aziende che assumono disabili devono essere in grado di garantire loro un ambiente di lavoro felice, sano, assente di discriminazioni e molestie, ed essere pronte a intervenire per aiutare la persona con disabilità a sentirsi fiera del proprio lavoro. Una strada ancora lunga, ma con un obiettivo ben stabilito e sicuramente raggiungibile.