Inudstry-concept

Non c’è uno senza tre

   
AITI
< Indietro

Andrea, Calogero e Giorgia: tre amici ed ex studenti dell’USI hanno fondato Match Strategies: una start-up “consulenziale” che aiuta altre start-up a crescere e a svilupparsi.

 

Match Strategies - una start-up fondata, nel 2020, da tre ex studenti dell’USI - è una boutique svizzera per l'innovazione che fornisce consulenza strategica per la creazione e lo sviluppo d’impresa.
Ad animarla sono tre giovani appassionati ed ambiziosi che hanno scelto di dedicare il proprio tempo al supporto degli imprenditori. L’impegno riposto nei progetti innovativi fin dal percorso universitario, ha permesso loro di migliorare le rispettive competenze e di offrirle ai clienti, attraverso servizi di qualità con tariffe competitive e strutturate. Il team lavora insieme agli imprenditori e alle loro aziende in fase iniziale, grazie ad un approccio multidisciplinare basato sulla fiducia e sulla continua comunicazione con gli attori - privati ed istituzionali - che operano nell'ecosistema dell'innovazione svizzero ed europeo.

Per conoscere più da vicino la realtà di Match Strategies, abbiamo incontrato uno dei suoi membri fondatori: Giorgia Pati, la quale ricopre il ruolo di Managing Partner.

AITI_Giorgia Pati

Giorgia Pati, co-fondatrice e Managing Partner di Match Strategies

Giorgia, se ho capito bene gli obiettivi della vostra start-up vanno ricercati nei due termini che compongono il suo nome: “match” e “strategies” …
È proprio così! Il “matching” è una delle attività che svolgiamo maggiormente: la connessione tra persone e risorse è fondamentale, a nostro parere, per creare e consolidare aziende sostenibili.

Le strategie sono necessarie per attuare piani d’azione strutturati per raggiungere obiettivi ambiziosi. Questi due pilastri non rappresentano soltanto il nostro core business ma fanno anche parte della nostra cultura aziendale; infatti, consapevoli della nostra giovane età, coltiviamo relazioni con professionisti appartenenti ai più svariati settori e a molteplici campi di esperienza.

 

Chi sono i tuoi compagni di viaggio, ovvero gli altri co-fondatori?
Calogero Amato e Andrea Padoan sono i miei soci, compagni di avventure e, talvolta, di “sventure”, come è giusto che sia. Chi ci conosce, sa bene che nel nostro team “non c’è uno senza tre” e questa è sempre stata la nostra grande forza. L’eterogeneità della nostra squadra è un valore aggiunto per Match e i suoi clienti: il mio background di comunicazione si coniuga con la loro formazione finanziaria e le nostre competenze sono assolutamente complementari.

Merita delle ottime referenze anche Carolina Sale, studentessa USI di comunicazione aziendale che ci supporta ormai da tempo su diversi progetti. Inoltre, tengo a dire che questo viaggio sarebbe stato certamente più lungo e tortuoso se non avessimo avuto al nostro fianco un grande mentore: Umberto Giovine, che tra l’altro è membro del Consiglio di Presidenza e del Comitato di AITI. Il Dott. Giovine è un imprenditore di esperienza, che ci ha accolto sotto la sua ala e che ci accompagna tuttora, giorno dopo giorno, nel mestiere e nella vita.

 AITI_Team Match Strategies

Il team di Match Strategies al completo. Da sinistra: Andrea Padoan, Giorgia Pati, Carolina Sale e Calogero Amato.

 

Lavorare all’interno di Match Strategies vi consente dunque di mettere in pratica quanto avete appreso studiando all’USI. In concreto, che tipo di consulenza offrite?
La formazione in USI ci ha permesso non soltanto di apprendere le nozioni di base necessarie a “fare impresa” ma anche di acquisire esperienza all’interno dell’ecosistema dell’innovazione svizzero, grazie all’ex Centro Promozione Start-up, oggi denominato “USI Startup Center”.

Con il tempo, abbiamo compreso che tante idee valide non riescono purtroppo a trasformarsi in un’impresa di successo per via della giustificabile carenza di competenze e di conoscenze economico-gestionali da parte dell’innovatore (il cosiddetto “startupper”). Pertanto, il nostro obiettivo è proprio quello di legare la nostra professionalità alla genialità del futuro imprenditore, per tradurre l’idea in un’azienda solida. A questo scopo, accompagnamo l’”inventore” nello svolgimento delle operazioni quotidiane e delle attività di gestione esecutiva. Le start-up in fase seed e pre-seed possono quindi prepararsi con noi ad entrare nella fase di crescita. I nostri principali settori di riferimento sono cinque: industriale, cleantech, agrotech, ICT e fintech.

 

Chi sono i vostri clienti?
Il nostro modello è un B2B rivolto, da un lato, alle start-up e, dall’altro, agli stakeholder e ai “fornitori” di innovazione.

I nostri clienti “inventori”, infatti, ricevono da Match attività di accompagnamento e servizi di networking per cogliere le opportunità offerte dall'ecosistema dell'innovazione svizzero ed europeo, nonché supporto strategico in business, finanza e marketing oltre che valore aggiunto nella gestione operativa quotidiana delle attività necessarie allo sviluppo d’impresa. Tutto questo, tuttavia, non sarebbe possibile se gran parte della nostra “utenza” non fosse rappresentata da entità che si occupano, come noi, di innovazione. Pertanto, offriamo a stakeholder e fornitori di innovazione una collaborazione concreta per sostenere la crescita di aziende innovative, così come opportunità di investimento e/o attività di supporto all’”open innovation”, con l'obiettivo di avvicinare aziende già consolidate ad opportunità di mercato sempre più competitive.

 

In base alla tua esperienza, di cosa necessitano principalmente le start-up, soprattutto nel delicato periodo dell’incubazione?
Sono molti gli aspetti da considerare. Sicuramente necessitano di un minimo di liquidità: che provenga dai fondatori, da premi, e concorsi o da qualche business angel, la liquidità è essenziale per sviluppare un prodotto. Inoltre, la maggior parte delle start-up fondate da persone estranee al mondo dell’economia - ingegneri, informatici, chimici, biologi e quant’altro - necessitano di competenze di natura manageriale e finanziaria oltre che di marketing, in quanto è fondamentale saper pianificare e gestire le (spesso poche) risorse finanziarie disponibili nonché approcciare il mercato per riuscire a diventare un’azienda a tutti gli effetti. In tal senso, nella fase di incubazione le start-up devono essere seguite e monitorate quasi giornalmente. Il fondatore, o i fondatori, hanno bisogno di costruire un team eterogeneo che copra tutte le loro carenze, in modo da ottimizzare i tempi di lavoro e ridurre errori e superficialità. Un altro fattore chiave, talvolta poco curato ma fondamentale, è il network. Nelle prime fasi di vita di una start-up è cruciale avere una rete di contatti che permetta ai titolari di approcciare investitori, potenziali clienti e fornitori, in modo che tutto il lavoro svolto dietro le quinte della start-up venga conosciuto e apprezzato dai futuri stakeholder.

 

Quanto è arricchente lavorare nel team di Match?
Moltissimo! Lavorando con Andrea e Calogero arricchisco le mie conoscenze e cresco davvero tanto: sia come persona che come professionista. Ogni giorno ci capita di essere messi alla prova e, operando su campi trasversali, necessitiamo costantemente di utilizzare le nostre competenze in maniera congiunta. All’interno del team, c’è tanta collaborazione: i nostri incontri sono dei continui brainstorming su come affrontare le nostre sfide e quelle dei nostri clienti.

 

Terminati gli studi all’USI, tu e gli altri co-fondatori di Match avete scelto un percorso “alternativo” a quello che solitamente sceglie la maggior parte dei neolaureati. Non siete andati a lavorare per un’azienda, bensì avete intrapreso un’attività imprenditoriale. Personalmente, sei contenta della scelta fatta? La consiglieresti anche ad altri?
Noi, giovani di oggi, viviamo grandi pressioni. Sono davvero tanti i “requisiti” da raggiungere per poter emergere in questa società frenetica e ricca di talenti. Vorrei che i miei coetanei e soprattutto gli studenti universitari scoprissero, come è successo a noi, che le opportunità che li circondano sono molteplici. La formazione è sicuramente un presupposto fondamentale ma deve essere accompagnata dall’esperienza “sul campo”: la pratica è la migliore maestra che si possa avere e il fallimento forgia molto più del successo!

L’attività imprenditoriale è piena di rischi e richiede un grande spirito di resilienza ma noi siamo molto entusiasti della scelta fatta e, nonostante la lunga attesa che ancora ci aspetta per raggiungere gli obiettivi prefissati, consigliamo questo percorso a chiunque abbia il coraggio di provarci.

 

Hai già deciso cosa farai da grande?
Il mio augurio è di poter vedere Match crescere e consolidarsi come azienda, nonché di entusiasmarmi con il successo delle start-up che stiamo supportando e che accoglieremo in futuro. Ho ancora tanto da imparare ma spero di continuare a contribuire allo sviluppo di idee che possano avere un piccolo ruolo nel migliorare il mondo che ci circonda. L’innovazione nasce nell’ombra, mi piacerebbe diventare una professionista in grado di “scovarla” e di supportare i suoi promotori nel renderla accessibile alle persone.

Altri articoli del blog