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Niente è troppo complesso per non avere una soluzione adeguata

   
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È questo il principio guida al quale si ispira l’attività di Aretè Solutions Sagl, dove “Aretè” costituisce l’acronimo di Advancing Research and Ethics in Trials and Effective medical care.

Quattro chiacchiere con Cristina Morelli, CEO & Scientific Director di Aretè Solutions Sagl: una dinamica start-up che offre soluzioni su misura, innovative ed efficaci, per lo sviluppo di prodotti e progetti di ricerca clinica.

Grazie alle competenze scientifiche e regolatorie dei membri che compongono il suo Team, unitamente alla loro esperienza diretta su molteplici aree terapeutiche, Aretè Solutions Sagl è in grado di affrontare tutte le fasi di sviluppo del prodotto, nel pieno rispetto dei principi etici.

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Cristina Morelli, CEO & Scientific Director di Aretè Solutions Sagl

Cristina, qual è il core-business di Aretè Solutions Sagl?
L’inquadramento formale identifica Aretè Solutions come CRO (Contract Research Organisation). Essa fornisce infatti un supporto a 360° nei diversi ambiti connessi alla ricerca clinica con farmaci, dispositivi biomedicali e trattamenti clinici. Accompagniamo le aziende produttrici nelle varie fasi della pianificazione e dello sviluppo clinico dei loro rispettivi prodotti: sia per gli aspetti “teorici” dell’impostazione regolatoria e metodologica che per gli aspetti “pratici” dell’organizzazione e dello svolgimento delle sperimentazioni e degli studi clinici, a livello nazionale ed internazionale. 

A che punto del percorso di crescita si trova, attualmente, la vostra start-up? E come si dovrebbe sviluppare, nel medio e lungo periodo?
Essendo Aretè Solutions una società di servizi, l’unico vero “prodotto” è rappresentato dalla professionalità del suo Team: la crescita dell’azienda corrisponde, de facto, alla crescita qualitativa e quantitativa delle sue risorse umane. Nonostante la nostra sia una realtà “giovane” - che opera in un campo in cui sono necessarie competenze estremamente specifiche e diversificate (dagli affari regolatori alla biostatistica, dalla revisione medica all’assicurazione di qualità) - essa può contare sul contributo non di un gruppo di professionisti del settore, bensì di un Team che lavora insieme da anni, che condivide la stessa “filosofia” e lo stesso approccio al lavoro e che trae soddisfazione dal proprio operato. Attualmente, in Aretè sono presenti le funzioni chiave, ovvero le figure capaci di garantire la struttura necessaria a portare avanti le attività “core”. Miriamo a potenziare gli ambiti ad “elevato moltiplicatore” nelle sperimentazioni cliniche, come l’area regolatoria, quella del monitoraggio e del Data Management. L’obiettivo, insomma, è mantenere una struttura centrale snella e molto diversificata. 
L’operatività a livello internazionale e transcontinentale si basa su un network di partner locali che andrà consolidato sia in termini di estensione geografica (includendo ad esempio l’area dell’Africa mediterranea ed il sud-est asiatico) che di attività delocalizzate: penso ad esempio alla farmacovigilanza, gestita localmente anziché centralmente.

In questo preciso momento di cosa ha maggiormente bisogno Aretè Solutions? Insomma, cosa vi sarebbe di grande supporto?
Per una serie di fattori e di circostanze, l’esperienza pregressa del nostro Team è stata sostanzialmente focalizzata su clienti in ambito internazionale. Questo ci ha permesso di essere apprezzati e di costruirci una rete di contatti al di fuori della Svizzera.  
Aretè è convinta che, per un successo solido e duraturo, le fondamenta debbano essere costruite sotto ed intorno “alla casa”. Se poi le fondamenta intorno sono condivise e consolidate dai vicini, la situazione complessiva diviene automaticamente più “stabile” per tutti e permette di ampliare ulteriormente la casa di ognuno. L’attuale priorità di Aretè è quindi quella di radicarsi sul territorio ticinese. L’opportunità di far parte di una realtà come AITI UP - Associazione in grado di riunire delle start-up locali ed innovative, esaltandone al contempo l’individualità - rappresenta in tal senso un’enorme risorsa, oltre che un grande privilegio. Per noi sarebbe infatti molto importante riuscire ad aumentare la consapevolezza dei potenziali clienti presenti sul territorio sul tipo di supporto che, una realtà come Aretè Solutions, può loro fornire. L’idea generalmente diffusa è che una CRO sia necessaria solo quando è richiesto il monitoraggio dei dati clinici in una sperimentazione. In verità, non è affatto così!

Aretè Solutions è nata in Ticino. Perché? Quali sono gli aspetti favorevoli, di questo territorio, per chi fa impresa?
Mi sono trasferita in Ticino 10 anni fa per esigenze della società di cui ero allora Direttore Scientifico. In precedenza, avevo avuto l’occasione di fare altre esperienze lavorative all’estero, sia in Europa che negli USA. L’idea di fare la “gira-mondo” mi piaceva e mi stimolava. Il Ticino, invece, mi ha fatta fermare! In brevissimo tempo ho realizzato come l’impostazione strutturale, il senso di orgoglio per il proprio lavoro e di rispetto per il lavoro altrui, unitamente alla disponibilità delle persone, fosse proprio quello che stavo cercando. Tutto questo, ovviamente, al di là della bellezza paesaggistica del luogo! La scelta del Ticino quale “casa” per Aretè Solutions, infatti, non si è basata su questi aspetti diciamo così “emozionali”, ma su una valutazione razionale. Il Ticino offre un tessuto sicuramente molto favorevole per chi fa impresa: oltre a beneficiare di un’impostazione strutturale “svizzera”, a livello locale dispone di servizi e di strutture di riferimento che sono di indubbio sostegno ai diversi ambiti correlati all’imprenditoria. Qui in Ticino, per avviare una nuova start-up, non ci si interfaccia con singoli referenti, bensì ci si muove in una rete di supporto interconnessa, che offre indicazioni e “serenità”. L’aspetto ancora più interessante è che questa interconnessione non è “settoriale” ma trasversale, in quanto mette in relazione settori tra loro eterogenei. Penso, ad esempio, all’eccellente sinergia che c’è tra le aziende e la SUPSI (con suoi vari dipartimenti). Un secondo aspetto che certamente caratterizza il Ticino è l’”effervescenza” in ambito imprenditoriale. Effervescenza che si declina sia rispetto alla diversificazione e all’innovatività dei prodotti e dei servizi, sia rispetto alla numerosità delle aziende presenti sul territorio. È inoltre indubbio che anche la posizione geografica del Cantone, nel crocevia Nord-Sud dell’Europa, rappresenta un vantaggio significativo.

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L’attività di Aretè


Riscontra, invece, delle criticità?
Il settore in cui opera Aretè è in costante evoluzione e, negli ultimi anni, ha visto un’accelerazione che verosimilmente continuerà ad aumentare, sostenuta da una parte da tecnologie che permettono di raccogliere, analizzare e ri-distribuire grandi quantità di dati, a livello mondiale, in tempi incredibilmente brevi e - dall’altra parte - da una “cultura dell’innovazione” che, senza pregiudizi, ha iniziato ad applicare in ambito biomedico approcci e tecnologie estremamente eterogenei, nell’ottica di una “medicina personalizzata”. 
Talvolta, rispetto a come corre veloce il settore, riscontriamo una non sufficiente “apertura di visione” da parte degli attori coinvolti nel complesso ambito delle sperimentazioni cliniche.
Un’ulteriore “zavorra” per una realtà in evoluzione come Aretè - che opera a livello globale in un settore “ad alta velocità” e necessita pertanto di profili estremamente “codificati” e con formazione specifica - è rappresentata dall’impossibilità di poter selezionare liberamente le nuove risorse dal panorama internazionale, dovendo implementare un processo a due fasi (Svizzera prima, estero dopo). Le tempistiche di questo approccio risultano spesso estremamente penalizzanti per la nostra realtà.

Il Cantone, per il proprio sviluppo economico, punta molto sul settore del Life Science. Condivide questa scelta?
Ritengo che sia una scelta lungimirante e assolutamente appropriata. Il Cantone ha ben interpretato il percorso di enorme cambiamento che il settore ha intrapreso da alcuni anni e che, inevitabilmente, porterà ad un approccio diagnostico, di cura e di trattamento drasticamente diverso da quanto abbiamo vissuto fino ad ora. 
Dalla “medicina di massa” ci stiamo muovendo verso la “medicina personalizzata”, già implementata per alcune aree terapeutiche, ma destinata a diventare l’approccio “universale” nella pratica clinica. L’ampliamento, in aumento esponenziale, della conoscenza scientifica sempre più approfondita dei processi cellulari e biomolecolari coinvolti nell’esordio e/o nella progressione delle malattie, unitamente alla disponibilità a livello globale di incredibili quantità di dati scientifici analitici rispetto ad esso, ha innescato nel settore una “rivoluzione” su due fronti: quello diagnostico e quello terapeutico. 
Nel futuro, oltre ai grandi produttori, ci saranno quindi sempre più aziende anche di piccole e medie dimensioni con un portfolio magari molto limitato di prodotti, ma declinabili in base alle esigenze di piccoli “sotto-gruppi” di pazienti o, addirittura, del singolo paziente. Questo è ciò che in Ticino stiamo già vedendo (sia in ambito diagnostico che terapeutico) e a cui il Cantone ha ritenuto di dare rilievo. 

Per concludere, è felice di essere entrata a far parte del network di AITI UP?
Non sono soltanto felice di avere avuto questa opportunità, ne sono anche onorata! Ammetto che non mi aspettavo un’atmosfera così familiare e di grande condivisione. AITI UP è una realtà in cui creatività e professionalità si fondono in un clima di grande condivisione e supporto reciproco. Mi auguro che Aretè Solutions possa contribuire a consolidare questi aspetti.

 

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