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Questionario di Proust: conosciamo Mirko Audemars

   
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Mirko-Audemars

Come si definirebbe usando solo tre aggettivi?
Intuitivo, sensibile, trasparente.

Qual è la sua migliore virtù?
L’integrità.

E il suo peggior difetto?
Sono introverso.

Le qualità che apprezza maggiormente in un uomo?
Intelligenza, capacità di analisi, sintesi ed onestà.

E in una donna?
Sensibilità, intelligenza ed onestà.

Il suo sogno di felicità?
Poter dare alla mia famiglia quanto ho avuto io e poter ispirare i miei bimbi ad essere il meglio di quello che possono essere.

Cosa non tollera?
La malafede.

Cosa, invece, la inorgoglisce?
L’opportunità di contribuire alla nostra azienda, che ha 120 anni, e alle sue famiglie, e farlo avendo una bella famiglia alle spalle.

Se fosse un colore, che colore sarebbe?
Arancione, il colore più caldo del mondo.

E se fosse un animale?
Puma: agile animale di montagna.

Fiore preferito?
Lilium Stargazer: un fiore profumato ed energico.

Piatto preferito?
Mozzarella in carrozza (con la pasta).

La città che ama di più?
Troppe, ma direi: Vienna e la città del mio cuore (Lugano).

Scrittori e poeti prediletti?
Italo Svevo e Piero Scanziani.

Il brano musicale che le fa battere il cuore?
Domanda difficile: “Father and Son” (daughter) e “Time in a Bottle”.

Il pittore che la emoziona di più?
Dalì.

Qual è il personaggio storico o contemporaneo che ammira di più?
Sono tanti, ma direi: vivo, Henry Kissinger; morti, Stephen Hawking e Carlo Magno.

E quello che invece detesta?
Quelli che parlano bene, perché hanno il dono della comunicazione, ma razzolano male. I bugiardi, insomma!

Il dono di natura che vorrebbe possedere?
Il tempo, cioè quello di non dover dormire.

Le colpe che le ispirano maggiore indulgenza?
Gli errori, fatti in buona fede.

C’è una passione alla quale non saprebbe rinunciare?
L’amore che ho per la mia famiglia e per la montagna.

Qual è il suo stato d’animo attuale?
Sereno, ma preoccupato per quello che succede nel mondo.

Come vorrebbe morire?
Senza soffrire. Felice e con il pensiero di aver servito la mia famiglia, di avere aiutato i miei figli ad essere il meglio di se stessi; e, nel mio piccolo, di aver contribuito a lasciare una società migliore. Al mio funerale, mi piacerebbe che ci fosse la canzone “Happy Home”.

Il suo motto?
Il mio motto è: “Nulla ferma il progresso!”. Ma, senza voler essere polemico, penso che bisognerebbe anche riflettere sulle parole di Indro Montanelli :“Lo Stato dà un posto. L'impresa privata dà un lavoro” e quelle di Patrick Jake O’Rourke: “Quando un ente privato non produce i risultati desiderati, viene abolito. Ma un ente pubblico diventa ancora più grande”.

 

Mirko è nato il 22.11.1967. Privatamente, è un appassionato uomo di famiglia. È sposato con Bettina e ha 3 meravigliosi figli: Mic, Max e Mia. Gli piacciono gli sport, che ha avuto il lusso di praticare.
In particolare lo sci nautico e il trekking (anche sul Kilimangiaro e sull’Himalaya). In inverno, invece, si diletta con lo sci alpino, le ciaspole e lo skeleton. Ama l’acqua: un elemento che gli dà sicurezza e tranquillità.

Professionalmente, è innamorato dei processi di fabbricazione.
Gli piace vedere realizzato, in modo tangibile, ciò che è stato concepito. L’energia che si ottiene dalla tecnologia, per lui, è spesso adrenalinica.

Laureato in ingegneria industriale a Boston, considera i numeri la sua linea guida. Essendo anche una persona sensibile, usa la sua intuizione per prendere le decisioni laddove i numeri non ci sono o non sono tangibili.

Di nazionalità Svizzera, ha avuto la possibilità di viaggiare per il mondo, con permanenze pluriennali in Asia e nelle Americhe.
Tanto che ha passato 2 anni a lavorare in Cina con tutta la sua famiglia: un’esperienza straordinaria!

Dal 1999 dirige l’impresa di famiglia, la R. Audemars SA di Cadempino. 

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