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Mad skills: l’inusuale piace alle aziende

   
AITI
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Da decenni si sente parlare di soft skills nell’ambito del recruiting e non è inusuale che le abilità richieste ai candidati cambino di continuo (pensiamo alle più recenti STEAM).

Ora, però, una nuova terminologia è all’orizzonte: le mad skills. Seguendo la traduzione esatta, sarebbero le “abilità pazze” e tra queste possono rientrare gli interessi, gli hobby e le attività svolte nel tempo libero dai candidati. Insomma, sono tutte quelle abilità più atipiche, che spesso incuriosiscono i responsabili del personale intenti ad analizzare decine di candidati simili tra loro.

Mad skills l’inusuale piace alle aziende

In sostanza, si tratta di soft skills avanzate: non sono più semplici competenze trasversali come il saper lavorare in gruppo o il saper comunicare, ma concernono, per esempio, le attività artistiche che un lavoratore svolge nel suo tempo libero o la passione e la pratica di uno sport estremo. In poche parole, le mad skills sono tutte quelle esperienze personali insolite che contraddistinguono un individuo da un altro.

La loro utilità è simile a quella delle soft skills: conoscere meglio il candidato anche dal punto di vista personale, cogliere competenze e conoscenze utili in campo lavorativo, capire i suoi interessi e indirizzarlo verso un ruolo confacente non solo alla sua capacità, ma anche alla sua persona.

Per esempio, se un candidato pratica uno sport molto adrenalinico, il recruiter può dedurre che è coraggioso, intraprendente e che sa gestire situazioni di forte stress, che possono essere fattori fondamentali per ricoprire un ruolo di manager. Naturalmente sono supposizioni che possono venire confermate solo dopo diverso tempo, ma che possono fin da subito costituire una preferenza per l’assunzione rispetto agli altri candidati che non presentano mad skills.

Mad skills l’inusuale piace alle aziende_2

Ciononostante, non bisogna certo credere che le mad skills siano più importanti delle hard skills, ma possono far pendere l’ago della bilancia quando si è di fronte a due candidati pressoché uguali dal punto di vista delle competenze necessarie richieste: gli individui più “interessanti” sembrano essere appunto coloro che seguono attività inusuali, e la Silicon Valley sembrerebbe averlo già capito. Il termine mad skills, infatti, nasce dal recruiting americano e, in particolare, nelle aziende di tecnologia dell’informazione. L’obiettivo è quello di pensare «out of the box» e scovare le personalità più particolari, ma che possono potenziare, in qualche modo, le attività aziendali grazie alle loro mad skills.

Sembra dunque aver preso avvio una nuova era nella selezione dei candidati: i responsabili del personale dovranno dunque valutare, se vorranno e se sarà richiesto dalla loro azienda, quale candidato è idoneo a ricoprire la posizione, tenendo conto non solo delle hard e delle soft skills, ma anche di queste nuove cosiddette mad skills.

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