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L’onda lunga della pandemia

   
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La pandemia non è ancora alle spalle, nemmeno dal punto di vista economico. Anzi. Siamo infatti confrontati a delle difficoltà che si prolungheranno almeno fino al 2022.

Buona parte delle aziende negli scorsi mesi ha visto incrementare gli ordinativi e dunque il fatturato potenziale. Per certi versi in maniera superiore alle aspettative. Ma questa ripresa si sta scontrando con la grave mancanza di materie prime e materiale per produrre, nonché le gravi difficoltà a livello dei trasporti internazionali e dell’organizzazione logistica. Le cause sono oramai note.

L’onda lunga della pandemia

Nel 2020 a livello mondiale sono stati messi in atto dei lockdown che hanno fermato o fortemente limitato la produzione. Conseguentemente, la domanda di componenti come i microprocessori da parte di diversi rami industriali è crollata. I produttori, quasi tutti concentrati in Asia e in particolar modo a Hong Kong, hanno dirottato la produzione verso la grande richiesta di computer, visto e considerato che sempre più persone si trovavano a dover lavorare al proprio domicilio. Lo stesso, cioè la riduzione ad esempio delle attività estrattive, è avvenuto per le materie prime, ad esempio il cobalto. Ma oramai manca di tutto: carta, legno, acciaio e alluminio, ecc. La catena logistica e dei trasporti è stata pienamente investita dalla situazione.

La più o meno forte ripresa economica che si è avviata quest’anno ha significativamente aumentato la domanda di diverse componenti e materie prime, scontrandosi con l’insufficiente offerta. I trasporti di materie prime e di container di materiale e prodotti, che avviene prevalentemente per nave, sono finiti in un collo di bottiglia perché la domanda di trasporti è chiaramente superiore all’offerta. Conseguenza: i prezzi sono schizzati verso l’alto, moltiplicandosi per cinque o per dieci.

Le imprese, anche quelle ticinesi, sono messe a dura prova perché devono sperare in una certa comprensione dei clienti considerato che i prodotti saranno forniti in ritardo; rivedere i prezzi sapendo già di non poter scaricare completamente sui clienti i maggiori costi per la fornitura di materiale e materie prime; ricercare se possibile nuovi fornitori ovunque essi siano; riorganizzare l’attività produttiva considerando delle pause di produzione seguite da periodi di lavoro straordinario nel momento in cui il materiale di produzione viene fornito.

Onda lunga della pandemia

A questa situazione di instabilità bisogna oramai aggiungere il rischio, già in atto, di inflazione dovuto anche al forte rincaro dei vettori energetici, in primo luogo gas e petrolio. La conseguenza sarà facilmente quella di ridurre il potere d’acquisto dei cittadini e dunque minare alla base i consumi e la ripresa economica vera e propria.

La risposta ai problemi emersi si trova inevitabilmente all’estero. I produttori di microprocessori stanno correndo ai ripari aumentando la produzione, così come gli armatori cercano di aumentare l’offerta di trasporto via mare. Ma la domanda è talmente forte che saranno necessari diversi mesi per tornare a una normalità accettabile. A ciò bisogna aggiungere comunque il fatto che la pandemia nel mondo non è affatto superata – in molti paesi il tasso di vaccinazione è ancora insufficiente – e che i trasporti internazionali di persone restano limitati. La ripresa economica non è dunque consolidata.

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