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Lo sciopero bianco

   
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Su social media come Tik Tok e Instagram circola l’hashtag #quietquitting, un termine che in italiano può essere tradotto con “abbandono silenzioso” o “sciopero bianco”. Il fenomeno, sempre più presente tra i giovani della Generazione Z, fa riferimento al lavorare il necessario per non perdere il posto di lavoro, rifiutandosi di fare straordinari o aderire a progetti e assumersi responsabilità che non rientrano nell’orario di lavoro o nelle mansioni indicate sul contratto.

Lo sciopero bianco (1)

In particolare, i ragazzi della Gen Z, come si è detto a più riprese, hanno necessità lavorative diverse rispetto ai loro predecessori. In particolare, non credono che la vita sia da dedicare totalmente al lavoro, poiché causa di burnout, esaurimenti e mancanza di tempo libero.

Sicuramente il fenomeno del quiet quitting è esploso dopo la pandemia: i lockdown e le restrizioni hanno permesso di valorizzare (e apprezzare) maggiormente aspetti della propria vita esterni al lavoro. Inoltre, temi come il burnout, la salute mentale, lo stress psicologico sono sempre più diffusi tra i giovani lavoratori e non solo.

La cultura del quiet quitting punta dunque, a definire un netto confine tra la vita privata e la professione: il lavoratore non è più identificato con il lavoro che pratica, ma per la persona che è realmente. Le preoccupazioni e le mansioni legate all’attività lavorativa rimangono in ufficio e non vengono portate a casa.

Non si tratta di smettere di lavorare o rinunciare alla possibilità di fare carriera o di seguire le proprie ambizioni, quanto piuttosto di fare il minimo indispensabile, allontanandosi dal sistema “tossico” che richiede di essere sempre reperibili, operativi e produttivi.

Naturalmente questo fenomeno mette in allarme management e responsabili delle risorse umane: i lavoratori, che potrebbero mostrare un calo della produttività, potrebbero anche perdere motivazione e rischiare dunque di diventare un vero e proprio problema per l’azienda. Il compito sarà quello di tentare di garantire un miglior worklife balance possibile per accontentare anche i lavoratori Gen Z e scongiurare lo sciopero bianco.

Lo sciopero bianco (2)

In particolare, per combattere il fenomeno si dovrebbe cominciare da un miglioramento della comunicazione tra lavoratori e management per capire le loro esigenze, pure esterne all’azienda. Inoltre, temi quali lo stress e il burnout dovrebbero essere trattati e i dipendenti sensibilizzati, così da capire quali limiti non superare in ufficio.

Infine, l’azienda dovrebbe preoccuparsi di valorizzare maggiormente le pause, ad esempio favorendo e incoraggiando l’esercizio fisico o il contatto con la natura per migliorare lo stato d’animo e permettere ai lavoratori di staccare completamente la spina.

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