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L’inverno dell’auto elettrica

   
AITI
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“Ieri ho colto l’occasione per dire a tutti che continueremo a produrre motori, indipendentemente dai progressi delle elettriche, penso che queste ultime avranno una quota di mercato del 30 %.

Ciò lascia il restante 70 % a vetture ibride, fuel cell o alimentate direttamente a idrogeno. Non ho dubbi che i veicoli a motore sopravviveranno. Questo non sarà deciso dalla regolamentazione o dal potere politico, ma dai clienti e dal mercato. Ecco perché la Toyota, azienda che compete su scala globale, sta perseguendo un approccio multi percorso con una gamma completa di veicoli.

Il futuro è qualcosa che creiamo tutti insieme e non credo che sia possibile farlo con poche opzioni. Il Giappone ha il suo modo di fare le cose. Non credo che emulare l’Occidente sotto ogni aspetto sia davvero la risposta giusta. Se continuiamo a essere favoriti dal mercato e dai clienti, il futuro sarà sicuramente diverso”.

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Così si esprimeva poco tempo fa Akio Toyoda, presidente della Toyota, una delle principali case automobilistiche al mondo. Il settore dell’automobile sta procedendo sulla strada della decarbonizzazione, ma ciò non significa che il futuro dell’auto sia solo la batteria elettrica!

E’ di pochi giorni fa la notizia che Mercedes ha deciso di rallentare l’elettrificazione dei propri modelli d’auto; altre case automobilistiche dovrebbero seguire e tutti attendono di sapere cosa farà il gruppo Volkswagen. Audi ad esempio, continuerà imperterrita verso l’elettrificazione di tutti i suoi modelli come continua a ripetere?

Il raffreddamento dei sostegni all’auto elettrica ha diverse origini: capacità di produzione di energia elettrica insufficiente; diffusione delle ricariche elettriche non soddisfacente; concentrazione, almeno in Europa, verso segmenti di mercato delle auto con prezzi elevati mentre il potere d’acquisto dei cittadini non cresce; concentrazione della costruzione di batterie in Cina, ecc. Poi vi sono invece le battaglie all’interno del settore dell’auto. Il CEO di Stellantis Carlos Tavares ha detto che la transizione verso l’auto elettrica, per come è stata progettata dalla politica dell’Unione europea e assecondata dall’industria automobilistica, rischia di diventare un bagno di sangue. Tesla continua a tagliare i listini prezzi delle proprie auto, ma ad Elon Musk interessa poco intaccare i propri utili perché il suo modello di business non dipende dalla sola automobile. I cinesi stanno preparando l’invasione dell’Europa con le loro auto elettriche dai prezzi più contenuti.

Il fatto è che se si innesca una fase di riduzione dei prezzi (cosa che peraltro alle nostre latitudini non stiamo percependo) e tale riduzione è superiore alla capacità di ridurre i costi industriali, le aziende chiudono i bilanci in rosso e diventano prede dei gruppi automobilistici che hanno invece i conti in ordine. La conseguenza, almeno in Europa, potrebbe essere la sparizione di almeno un quarto di tutti i posti di lavoro del settore dell’automobile.

Ecco allora che la profezia del presidente della Toyota alla luce di questa situazione ingarbugliata acquista credibilità. L’alternativa al solo elettrico sono piuttosto massicci investimenti su idrogeno, ammoniaca, biocarburanti e combustibili sintetici derivanti da fonti energetiche rinnovabili.

Nonostante tutta la buona volontà, i prezzi delle auto elettriche europee sono più alti se non elevati. Nel 2024 il mercato attende una contrazione della vendita delle auto elettriche, un po’ proprio a causa dei prezzi e un po’ anche perché i cittadini non si fidano delle possibilità ancora limitate di caricare l’auto elettrica. L’auto elettrica è entrata nel suo inverno, che potrebbe durare ben più di quello che i suoi promotori e sostenitori immaginano.

 

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