Nel dibattito sul lavoro si parla spesso di “penuria di competenze”. Ma il punto, per l’industria ticinese, è un altro: chi sta costruendo oggi le competenze di domani? La risposta, concreta e quotidiana, è nelle officine, nei reparti, nei laboratori dove i datori di lavoro formano apprendisti. Non è filantropia: è strategia industriale.
Formare un apprendista significa trasferire sapere operativo e cultura della qualità, far crescere professionisti pronti per i ruoli strategici di cui le aziende hanno bisogno: manutenzione e automazione, meccatronica, produzione, controllo qualità, ICT applicata ai processi. È un investimento che dà ritorni misurabili: minore turnover, inserimenti più rapidi, persone che conoscono impianti, standard e sicurezza dall’interno. È anche successione generazionale: i “maestri di mestiere” tramandano trucchi, metodo, responsabilità. E non da ultimo è innovazione: chi impara oggi impara già in chiave digitale—diagnostica da dati di macchina, tracciabilità, efficienza energetica.

C’è poi un valore territoriale. Ogni posto di apprendistato in più è un ponte tra scuola e impresa, tra giovani e stabilità occupazionale. Per i ragazzi e le ragazze, vedere da vicino linee automatizzate, software di supervisione, procedure di qualità cambia la percezione della fabbrica: non un luogo del passato, ma un laboratorio di tecnologia applicata. Per l’azienda, è employer branding autentico: mostrare ciò che si fa davvero, come si lavora in sicurezza, come si cresce fino a caporeparto, tecnico specialista, formatore.
Non parliamo di “profili scarsi”, dunque, ma di professioni richieste e competenze essenziali. Il lessico conta: valorizza i mestieri e attira nuovi talenti. Conta anche il modo in cui si apre la porta: giornate di prova, stage formativi, tutor interni che seguono i primi mesi di inserimento. Piccoli passi che fanno la differenza.
Come associazioni del mondo del lavoro, vogliamo sostenere questa alleanza: raccontare le storie dei datori di lavoro che investono nei giovani, facilitare l’incontro con i centri di formazione, condividere pratiche efficaci di accompagnamento e upskilling. Se la manifattura del Ticino continuerà a essere competitiva, sarà anche grazie a chi, ogni anno, accoglie nuovi apprendisti e li aiuta a diventare professionisti qualificati, pronti per i ruoli chiave delle nostre aziende.

