Come tante persone durante questa pandemia, anche Simona da qualche settimana sta principalmente lavorando da casa. Sa che alcuni colleghi apprezzano questo cambiamento, ma per lei è difficile non avere contatti al di fuori della famiglia e ci sono dei momenti nei quali si sente sola.
Molte persone stanno vivendo quello che vive Simona. A casa manca la vicinanza fisica con i colleghi di lavoro, lo scambio e il contatto sociale, i pranzi insieme e il caffè al bar prima di salire in ufficio.
In ufficio Simona va dai colleghi e chiede loro una cosa, stacca per prendersi un bicchiere d’acqua e in cucina con un collega esce una bella soluzione per un progetto. Le viene un’idea e la condivide immediatamente, sapendo che qualcuno le darà ulteriori importanti stimoli ed idee.
Sente ridere e ride lei stessa, magari ogni tanto si incazza e si lamenta; non lavora in un paradiso, però è una situazione che in questo momento le manca e le rende più difficile lavorare.
Certo, ci sono le mail, le telefonate, il gruppo WhatsApp dell’ufficio, le videoconferenze, ma…. attraverso uno schermo non è la stessa cosa, non c’è quell’intesa di quando lavori vicino, fianco a fianco. Simona vive una freddezza nelle comunicazioni che le pesa.
Simona ha appena saputo che a breve rientrerà a lavorare a regime “normale”, seppur con il rispetto di tutte le disposizioni sanitarie e di distanza sociale.
Ma è felice e non vede l’ora di rivedere i colleghi, di lavorare in un team, di condividere fisicamente – chiaramente distanziati – lo spazio con loro. E non vede l’ora di dire ai colleghi quanto le sono mancati.
L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo adesso ci ha fatto capire che si può lavorare con modelli diversi, implementando forme di lavoro sicuramente utili e che questa difficile esperienza ha dato la spinta a molte aziende. Esperienze che saranno sicuramente utili per il futuro. Infatti avere modelli organizzativi polivalenti aiuta a valorizzare le qualità e le competenze individuali delle persone.
Ma ci ha fatto anche capire l’importanza della vicinanza, del contatto e delle relazioni personali. Se ci sono mancati i nostri colleghi, prendiamo esempio da Simona e al rientro alla “nuova” normalità, non scordiamoci quello che abbiamo provato in queste settimane. Servirà probabilmente a lavorare ancora meglio insieme, a ricompattare i team e essere pronti con nuovo slancio al futuro che ci aspetta.
Grazie Simona per avercelo fatto capire così bene.