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La sostenibilità? È parte del nostro DNA aziendale

   
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Giovanni Calabria, Head of ESG di MKS PAMP SA, parla della nuova certificazione PAS 24000 e di ESG in azienda. 
Quest’anno la MKS PAMP Ticino ha ottenuto la prestigiosa certificazione in ambito etico PAS 24000, risultato concreto di un impegno costante per integrare la sostenibilità nella governance e nelle attività quotidiane. Di questo e di altri temi legati alla sostenibilità abbiamo parlato con Giovanni Calabria che, dal 1° settembre, ha assunto il nuovo ruolo di Head of ESG di MKS PAMP. 

MKS PAMP è stata tra le prime aziende svizzere ad adottare la certificazione in ambito etico SA8000 ed ora ha ottenuto la certificazione PAS 24000. Che cosa rappresenta questo traguardo?
La SA8000, uno dei principali programmi di certificazione sociale al mondo, è stata per noi un’esperienza pionieristica: nel 2014 siamo stati la prima raffineria di metalli preziosi al mondo ad ottenerla. Alla fine del 2023, fattori esterni legati alla programmazione degli audit ci hanno portato a cercare un'alternativa. Ciononostante, abbiamo continuato ad applicarne i principi, che rimangono per noi fondamentali. La PAS 24000 rappresenta la sua evoluzione naturale: richiede gli stessi requisiti, ma in una forma più pragmatica, adatta alle esigenze di un’azienda complessa come la nostra. Anche in questo caso possiamo dire di essere dei pionieri: PAS 24000 è uno standard relativamente recente e siamo orgogliosi di proseguire nello sviluppo dei nostri sistemi di gestione, adottando riferimenti che incarnano lo stato dell’arte a livello internazionale.  

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Giovanni Calabria, Head of ESG della MKS PAMP SA.

Quali sono, a suo avviso, i punti forti della PAS 24000?
Sviluppato dal British Standards Institution (BSI), lo standard PAS 24000 è uno strumento flessibile e strategico per rafforzare le pratiche di responsabilità sociale in modo efficace e sinergico, integrandosi facilmente con altri standard di gestione già adottati. Difatti, si aggiunge alle certificazioni ISO 9001 (gestione della qualità), ISO 14001 (sistema di gestione ambientale), ISO 17025 (accreditamento del laboratorio), ISO 45001 (salute e sicurezza sul lavoro) - tutte applicate al sito produttivo di Castel San Pietro - nonché alle certificazioni Code of Practice e Chain of Custody del Responsible Jewellery Council (RJC), che riguardano l’azienda nel suo complesso. 
È un approccio strutturato che permette di dimostrare - con dati e processi verificabili - l’effettiva integrazione dei principi ESG nelle strategie aziendali. Non è un bollino simbolico, bensì la conferma di un impegno costante e misurabile.  

In che modo, i principi ESG, fanno parte della strategia di MKS PAMP?
I valori e gli impegni ESG non sono un elemento accessorio: sono parte integrante dello Statuto di MKS PAMP e il nostro Consiglio di amministrazione ne è direttamente responsabile.
Abbiamo la piena consapevolezza che la sostenibilità e la performance economica vanno di pari passo: essere profittevoli ed essere sostenibili non sono due obiettivi in conflitto, ma complementari. Per questo abbiamo sviluppato una struttura interna dedicata, che lavora su più livelli: dal controllo della supply chain globale, alle attività locali sul territorio. 

Può farci qualche esempio concreto di come, tutto questo, si traduce nella pratica quotidiana?  
In molti modi! Per esempio, portiamo avanti numerose partnership e iniziative con le realtà locali che vanno dal sostengo economico per progetti selezionati (tra gli altri, per Tavolino Magico, UNICEF Svizzera e l’Istituto Sant’Angelo di Loverciano) al volontariato aziendale, a cui abbiamo dato nuovo slancio proprio in queste settimane.
Alcune di queste iniziative, tra l’altro, sono state replicate dai colleghi di Ginevra, che talvolta hanno preso spunto da quanto fatto in Ticino e sviluppato un programma locale di iniziative sociali. Anche gli importanti investimenti che abbiamo fatto negli anni sulla sede di Castel San Pietro rappresentano uno sforzo costante verso il miglioramento continuo della performance, reso possibile anche dalle evoluzioni tecnologiche. Dall’impianto di aspirazione e trattamento dell’aria, installato contestualmente al rinnovo del reparto raffineria, ai pannelli solari che ricoprono il nostro tetto, fino al progetto del nuovo sistema di misurazione delle emissioni che sta prendendo vita proprio in queste settimane, molti progetti mirano a migliorare l’impatto ambientale.
Anche nei progetti di sviluppo, come i nuovi edifici la cui costruzione è in atto o prevista, la componente ESG è sempre considerata e riveste un ruolo chiave in sede di progettazione: sia per ciò che concerne gli aspetti ambientali che per la qualità e il comfort degli spazi lavorativi destinati ai collaboratori.  

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Giovanni Calabria e Phaedon Stamatopoulos - Managing Director della MKS PAMP SA Succursale Ticino - durante un incontro con i Rappresentanti dei lavoratori.

Parte del MKS PAMP GROUP, presente a livello globale, MKS PAMP è l’azienda a livello svizzero che ha sede amministrativa a Ginevra. Oggi la funzione di coordinamento di tutti gli aspetti ESG è basata in Ticino: perché e cosa significa?
Il sito di Castel San Pietro è il cuore pulsante dell’azienda ed ha una rilevanza particolare: qui si concentrano infatti la maggior parte del personale (circa 300 colleghe e colleghi sui 370 complessivi) e tutte le attività produttive. Si tratta di uno stabilimento che ha un chiaro impatto anche verso l’esterno: è inserito in un contesto misto, artigianale e residenziale, che richiede sensibilità e attenzioni ancora maggiori. Ha quindi sicuramente senso che, da qui, vengano coordinate le attività ESG per l’intera azienda, tramite un team che si colloca sia in Ticino che a Ginevra e che è in costante contatto con i dipartimenti ESG di Gruppo e delle altre società del Gruppo: sono molto orgoglioso che, dopo anni di presenza in azienda, mi sia stato affidato questo ruolo.  Il mio compito, ora, è far sì che le buone pratiche sviluppate in Ticino vengano diffuse anche nelle altre realtà del Gruppo, in un’ottica di sviluppo condiviso e duraturo. 

Un’ultima domanda: vorrei approfittare della sua esperienza sul campo e del fatto che la allora PAMP è stata una delle prime aziende in Ticino a dotarsi di un report di sostenibilità, oltre 15 anni fa. Negli ultimi anni gli obblighi normativi in materia di sostenibilità - in Europa e in Svizzera - sono diventati sempre più stringenti per tutte le aziende. Qual è il suo punto di vista in merito?  
È vero, il nostro primo report di sostenibilità risale a molti anni fa, ma il lavoro non si è mai fermato. È un percorso di miglioramento continuo, che significa aggiungere nuovi elementi, rafforzare responsabilizzazione e controlli interni, così da far crescere la qualità dei dati e, man mano che diventano disponibili, applicare le normative applicabili. Questo impegno viene riconosciuto anche dagli stakeholder, indipendentemente dal fatto che siano loro a richiederlo o meno. Faccio un esempio: se il tema della sostenibilità, e di come la affrontiamo, è ormai da qualche anno un elemento quasi imprescindibile per molti clienti a valle, adesso inizia ad accadere che siano anche i soggetti a monte, come le miniere, a chiederci precise garanzie sugli impegni ESG e, dunque, sul contesto in cui avverrà la lavorazione del metallo prezioso fornito; questo è un segnale forte e positivo. Perché oggi i consumatori finali sono molto sensibili a questi aspetti, che sono trasversali e non riguardano più solo un settore specifico, bensì la società nel suo complesso. Credo quindi che in un certo senso la spinta venga proprio dalla società, che poi riconosce alle aziende gli sforzi profusi e fa sì che l’investimento sia “ripagato”. 

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