Mentre il mondo dibatte su scenari futuri estremi, l'Intelligenza Artificiale sta già agendo silenziosamente su un fronte inaspettato: insegnarci a comunicare meglio. E se la sua eredità più preziosa fosse proprio quella di renderci più umani?
Molti osservatori, analisti e opinionisti si stanno interrogando su quale sarà il futuro dell'umanità dopo l'avvento dell'Intelligenza Artificiale. Le previsioni si orientano su tutte le sfumature possibili che potremmo trovare tra i due estremi del catastrofismo e dell'ottimismo tecnologico.
Raramente, tuttavia, tra le varie analisi, viene preso in considerazione un aspetto, più discreto ma non meno importante: l'impatto dell'AI sul miglioramento delle soft skills, in particolare delle competenze comunicative.
Ogni messaggio scritto dall’Intelligenza artificiale è costruito implicitamente secondo una struttura che tiene conto di diversi elementi comunicativi: la connessione emotiva e la valorizzazione dell’interlocutore; la chiarezza e la strutturazione logica del contenuto; la proattività nell’anticipare possibili sviluppi; una valorizzazione costante dell’interlocutore attraverso rispetto e cortesia; la chiusura di ogni interazione con una sintesi efficace, una conclusione e un’offerta di disponibilità. Sempre più persone interagiscono ormai quotidianamente con gli strumenti di AI, sperimentando questo stile virtuoso. Anche se non è spontaneo - o forse proprio per questo motivo - è uno stile di comunicazione esemplare.
Molti tendono a segnalare criticamente questa caratteristica dell'AI, quasi sospetta, tanto da sospettare della sua inaffidabilità, perché troppo orientata a privilegiare una certa "piaggeria" nei confronti dell'umano. Ma alla fine si trovano a constatare che la prodigiosa efficacia dell’IA non viene minimamente scalfita da questa accondiscendenza.
La domanda che sorge in sottofondo è: dunque si può essere efficaci nella comunicazione senza essere aggressivi, anzi, comunicando con rispetto e gentilezza?

Interagendo con l'AI, le persone apprendono indirettamente, quasi potremmo dire per osmosi, tecniche comunicative fondamentali come la "tecnica del sandwich" (inserire feedback critico tra due apprezzamenti), la comunicazione non aggressiva, l'ascolto attivo, e soprattutto l'abitudine a valorizzare le competenze e le opinioni altrui. Poiché l'apprendimento avviene in gran parte per imitazione, e l'AI garantisce costantemente coerenza, equilibrio emotivo e rispetto nelle risposte, potremmo presto trovarci a constatare un miglioramento nel registro della comunicazione, dovuto alla sempre più elevata frequenza di queste interazioni e alla loro conseguente imitazione?
Se questo accadesse, l'impatto sarebbe ancora più significativo sulle generazioni più giovani, che cresceranno dialogando abitualmente con l'AI e potrebbero interiorizzare naturalmente queste competenze comunicative, sviluppando fin da subito uno stile di interazione aperto e rispettoso.
L'auspicio è che questo effetto collaterale non previsto dell'introduzione dell'AI possa influenzare positivamente il modo di comunicare degli esseri umani. Se ciò avverrà, la tecnologia avrà già ottenuto un'altra grande vittoria, da cui tutti potranno trarre beneficio, indipendentemente da tutti gli altri scenari futuri.