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La responsabilità di chiamarsi Valsangiacomo

   
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L’imprenditore vitivinicolo Uberto Valsangiacomo si racconta a ruota libera, condividendo con noi la grande passione per il suo lavoro e la responsabilità di guidare un’azienda a conduzione famigliare - la Fratelli Valsangiacomo SA di Mendrisio - che esiste da ben 190 anni.

 

Dinamico imprenditore momò di 55 anni, Uberto rappresenta la sesta generazione alla guida della Fratelli Valsangiacomo SA: la più antica casa vinicola del Canton Ticino.

Quante cose sono successe in 19 decenni di attività, a quanti eventi di portata storica ha dovuto sopravvivere questa operosa impresa a conduzione famigliare per poter essere ancora qui, nel 2021, a festeggiare questo straordinario e invidiabile anniversario!

 

L’azienda deve la sua nascita a Giovanni Valsangiacomo, quadrisavolo di Uberto, il quale la fondò a Chiasso nel 1831. Inizialmente la ditta non produceva vino, si occupava solo dell’importazione di vini prodotti da altri, che provvedeva a distribuire a livello locale.

La vera e propria produzione è iniziata negli anni ’50 del Novecento, grazie a Cesare Valsangiacomo, il papà di Uberto: tra i primi, in Ticino, ad aver conseguito il Diploma federale di enologo presso la Scuola Superiore di Enologia di Losanna-Montagibert.

 

Oggi, l’assortimento della F.lli Valsangiacomo comprende oltre venti etichette, tra rossi, bianchi, spumanti, distillati e vini da dessert.

 

Ereditare la guida di un’azienda che vanta una storia così lunga e importante non dev’essere né facile, né scontato. Come si affronta un compito così complesso? Come si possono coniugare il rispetto per la tradizione con l’esigenza di innovare e di non adagiarsi sugli allori? Uberto ci sta riuscendo davvero molto bene.

 

Dopo aver affiancato per diversi anni l’ormai ultranovantenne padre Cesare – personaggio carismatico, molto amato nel nostro Cantone – Uberto ha saputo camminare con le sue gambe, portando in azienda il suo personale bagaglio di idee, passioni e competenze, permettendole così di continuare a essere vitale e all’avanguardia.

 

Non solo. La sua creatività e la sua lungimiranza, Uberto le mette volentieri a disposizione di tutto il movimento vitivinicolo ticinese, nelle vesti di Presidente di Ticinowine.

 

Sposato con Lara, è padre di due figli: Tommaso di 16 anni e Letizia di 13.

UmbertoValsangiacomoUberto Valsangiacomo, Proprietario e Direttore della F.lli Valsangiacomo SA di Mendrisio
Foto gentilmente concessa da Michela Locatelli/Photolocatelli.ch

 

Uberto, proprio quest’anno la Fratelli Valsangiacomo compie 190 anni: quali sono i segreti di questa invidiabile longevità?
Gli ingredienti fondamentali che ci hanno portato ad essere quelli che siamo sono sostanzialmente quattro: lavorare seriamente, mettere impegno e passione in tutto quello che si fa, sapersi adattare al mutare dei tempi e, non da ultimo, avere dei validi collaboratori.

 

Qual è il principio guida che ha ispirato, e ispira tuttora, la vostra casa vinicola?
Senza dubbio la forza che deriva dall’essere un’azienda-famiglia, la capacità di saper fare quadrato nei momenti di difficoltà, l’esserci sempre gli uni per gli altri. Questo non significa che non ci siano stati, e che non ci siano tuttora, divergenze di opinioni o animate discussioni, anzi! Alla fine, però, prevalgono ancora – come hanno sempre prevalso – l’affetto, il rispetto reciproco e lo spirito di collaborazione. Solo in questo modo si riesce a superare tutto!

 

Immagino che tu abbia assimilato questo principio affiancando e prendendo esempio da tuo padre Cesare…
Io e mio padre abbiamo due caratteri molto diversi: lui è un ariete mentre io sono un capricorno! Abbiamo le “corna” tutti e due quindi, negli anni, tra di noi non sono mancati i confronti, anche vivaci! Al di là di questo, da lui ho imparato tante cose: una su tutte, davvero fondamentale e della quale lo ringrazierò sempre, è che per fare l’imprenditore bisogna essere capaci di guardare molto avanti, essere pionieri e precursori, riuscire ad arrivare alla meta prima degli altri. Essere all’avanguardia, insomma, ti garantisce un vantaggio competitivo!

 

Tu lavori in azienda da 26 anni. Prima di arrivare a ricoprire la posizione di Direttore, hai dovuto studiare molto e fare una sana gavetta?
A livello di formazione, sono ingegnere agronomo. Ho studiato al Politecnico di Zurigo dove mi sono laureato nel 1994. Lo studio universitario è stato senza dubbio utile, mi ha dato un’importante impostazione a livello organizzativo e gestionale. Io, però, mi definisco un ingegnere agronomo non praticante! Va bene studiare e formarsi ma poi, diciamo la verità, fuori dalle aule c’è la famosa “scuola di vita”, che ti insegna molto di più! Lo studio, da solo, non basta: ci vuole l’esperienza sul campo…

 

Al di là dei valori aziendali che ti sono stati tramandati, cos’hai portato di nuovo e di “ubertiano” in azienda?
Di ubertiano c’è poco! Da buon laureato al Politecnico, ho semplicemente saputo cogliere e sfruttare i vantaggi offerti dalle nuove tecnologie. Nei primi anni ’90 quando, a dire il vero, alla testa dell’azienda c’era ancora mio padre, siamo stati tra i primi in Ticino (e non solo nel nostro settore) ad introdurre in azienda la posta elettronica e ad utilizzare internet come piattaforma promozionale. Sono stato io personalmente a programmare il nostro primo sito web! Tecnologicamente, siamo sempre stati avanti! Più di 10 anni fa, abbiamo implementato anche l’e-commerce per la vendita online delle nostre etichette… E poi, per la comunicazione aziendale, ci piace testare e sfruttare le potenzialità dei canali social.

Mi piace essere innovativo anche nell’organizzazione degli eventi. Accanto alle degustazioni, che ormai propongono un po’ tutti, ho lanciato iniziative inedite, come gli appuntamenti jazz e i seminari tematici in cantina. L’ultimo appuntamento è stato dedicato al tema dell’importanza del tappo di sughero!

 

Se dovessi definire il tuo stile di conduzione, quali aggettivi utilizzeresti?
Creativo, lungimirante, all’avanguardia.

 

Ce l’hai ancora un sogno nel cassetto?
Certo, non bisogna mai smettere di sognare. Nella vita privata, vorrei fare il navigatore solitario o… partecipare alla Parigi Dakar! Professionalmente parlando, invece, sogno di riuscire a garantire una successione all’azienda, pescando possibilmente ancora una volta all’interno della famiglia.

 

Qual è la migliore virtù di questo Cantone per chi, come te, possiede e dirige un’impresa?
Il Ticino è bello e offre una buona qualità della vita. Non solo questo, però. Qui c’è un substrato di imprenditorialità sana e longeva, soprattutto a livello di imprese famigliari. Gli imprenditori a capo di queste imprese si conoscono, si frequentano, si scambiano concetti e consigli, aiutati – in questo – anche dalla preziosa presenza sul territorio di Associazioni come AITI e AIF.

 

E il peggior difetto?
Il Ticino è un Cantone assistenzialista e sotto la dittatura del funzionariato!

 

Cosa rende i vini della Valsangiacomo così speciali e apprezzati?
In tutte le fasi della produzione - dal vigneto alla cantina, fino alla cassa di vino imballata - noi e i nostri collaboratori ci mettiamo la testa, il cuore e la faccia. Noi i vini li firmiamo con il nostro cognome, proprio perché vogliamo portare fino in fondo la responsabilità del nostro prodotto e poter guardare sempre il cliente negli occhi!

 

Il vino migliora con gli anni… E l’uomo?
L’uomo, invecchiando, mostra purtroppo i suoi lati peggiori, però – con l’avanzare dell’età – acquisisce anche una sufficiente esperienza per riuscire a dissimularli, quindi… È meglio bere il vino!

 

Quando non produci vino e non dirigi l’azienda, cosa ami fare?
Mi piace andare in moto e navigare in barca a vela sul mare. E poi, amo la tecnologia in tutte le sue declinazioni. Possiedo un piccolo atelier dove mi diverto a smontare e a riparare oggetti di ogni genere… Mi sono messo persino a stampare oggetti in 3D! Mia figlia mi chiama “il papà aggiustatutto”!

Uberto Valsangiacomo in barca_2

Dopo di te, chi guiderà l‘azienda di famiglia?
Il tema è già stato, per così dire, tirato fuori dal cassetto e ne stiamo discutendo. I miei figli sono ancora troppo giovani per capire cosa vogliono veramente fare nella vita… Posso dire che ho 10 anni di tempo per trovare una soluzione!

 

Chiudiamo la nostra chiacchierata in leggerezza. Il tuo piatto preferito?
Pizza al prosciutto cotto con un bicchiere del nostro “Mattirolo rosso”!

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