Inudstry-concept

La parola dell’anno? Debito!

   
AITI
< Indietro

Sì, è proprio questa la parola dell’anno che in Svizzera dovrebbe essere evocata. Il nostro paese ha un indebitamento tutto sommato contenuto, soprattutto se paragonato a quello di molti altri paesi industrializzati. Alla fine del 2023 il nostro debito era di 142 miliardi di franchi, cioè il 18 % del prodotto interno lordo. Un parametro ben al di sotto delle regole che reggono ad esempio i limiti di indebitamento vigenti nell’Unione europea. 

Ciò che preoccupa tuttavia non è il valore assoluto del debito quanto la sua evoluzione nel tempo, ma in particolare il fatto che il debito tende a crescere nella sua componente strutturale. Ciò perché fattori come l’invecchiamento della popolazione comportano un aumento delle spese, anche di quelle a carico della Confederazione, che in parte finanzia il pagamento dei premi di cassa malati, oltre alle prestazioni complementari AVS/AI e altro ancora.

La Svizzera, saggiamente sostenuta dal popolo nella votazione popolare del 2003, dispone dello strumento del freno all’indebitamento che tiene a freno da oltre vent’anni gli appetiti della politica nello spendere. Ma questo strumento sarà ancora sufficiente in futuro?

7 wallet-3548021_1280

Il freno all’indebitamento si basa su una semplice regola in materia di uscite: il limite annuo massimo delle uscite ordinarie è correlato all’ammontare delle entrate ordinarie. Per evitare che le fluttuazioni congiunturali delle entrate si ripercuotano sul limite delle uscite, le entrate vengono corrette applicando un fattore che tiene conto della situazione congiunturale. 

Questo fattore può essere inteso quale funzione del divario di produzione ed equivale al rapporto tra il prodotto interno lordo (PIL) tendenziale e il PIL attuale. In fasi di alta congiuntura, il fattore congiunturale fa sì che il limite delle uscite sia inferiore alle entrate e la Confederazione debba conseguire un’eccedenza di finanziamento. Inversamente, durante i periodi di recessione, la formula tollera un deficit. La regola in materia di uscite è applicabile indipendentemente dal livello del carico fiscale. Di conseguenza, ammette aumenti e diminuzioni d’imposta. Una diminuzione delle imposte deve essere però accompagnata da una diminuzione delle uscite.

Di fronte alla crescita del disavanzo strutturale dello Stato, il Consiglio federale negli scorsi mesi ha reagito. Ha incaricato un gruppo di cinque esperti i quali in pochi mesi hanno presentato un programma di risparmi di circa 5 miliardi di franchi. Il Parlamento federale però non sembra essere della stessa opinione del Governo, così nelle scorse settimane, durante la sessione invernale del Parlamento, ha deciso di aumentare le spese militari di circa mezzo miliardo di franchi e di rinunciare a tagliare gli aiuti all’agricoltura. 

Il freno all’indebitamento nato nel 2003 è figlio dei debiti creati dallo Stato negli anni novanta in corrispondenza della crisi economica di quegl’anni, durante i quali la disoccupazione e i tassi d’interesse salirono alle stelle, stritolando anche l’economia. Il disavanzo pubblico aumentò di una trentina di miliardi di franchi, che vennero successivamente riassorbiti fino all’epoca del Covid. Infatti, una spinta importante venne data dal programma di risparmi della Confederazione 2003 – 2008. Allora il Parlamento seguì il Governo nelle decisioni, oggi sembra meno disposto a farlo. Con tutte le conseguenze del caso sull’aumento del debito pubblico.

Altri articoli del blog