La libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l'Unione Europea (UE) è stata oggetto di un'analisi da parte del Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (KOF), focalizzata sull'eventuale impatto negativo sull'offerta di posti di tirocinio. All'entrata in vigore dell'accordo nel 2002, si temeva che le aziende svizzere avrebbero preferito assumere lavoratori europei qualificati piuttosto che investire nella formazione degli apprendisti. Tuttavia, secondo il KOF, questa preoccupazione non ha trovato riscontro nei fatti.
L'analisi ha anche rivelato che le aziende nelle regioni di confine offrono circa il 25% in meno di posti di tirocinio rispetto a quelle interne al Paese, ma questo era già evidente prima dell'apertura delle frontiere. Da allora, la probabilità di formare nuovi apprendisti è rimasta praticamente invariata sia nelle aree vicine che lontane dal confine.
L'assenza di una diminuzione dei posti di apprendistato nelle vicinanze del confine può essere attribuita all'effetto scala inverso: secondo il nuovo studio, in linea con risultati di studi precedenti, la libera circolazione delle persone ha avuto un impatto positivo significativo sulle dimensioni delle imprese, soprattutto nel settore manifatturiero e dei servizi privati. In altre parole, le aziende nelle vicinanze del confine hanno registrato una crescita superiore alla media grazie a una forza lavoro straniera ben qualificata.
In Canton Ticino nel 2023 sono stati firmati 2'483 nuovi contratti di tirocinio, in sostanziale stabilità rispetto agli anni precedenti. Al termine della campagna di collocamento sono inoltre rimasti vacanti una settantina di posti di apprendistato in azienda, a conferma dell’impegno delle aziende.
A fronte di una sostanziale stabilità nelle scelte, si è rilevato un tangibile aumento delle ragazze che hanno scelto di iniziare un apprendistato in azienda, passate dal 23% del 2022 al 31% nel 2023.
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