Inudstry-concept

La disconnessione: una necessità

   
AITI
< Indietro

Dopo quasi otto ore e mezza in ufficio, ecco finalmente il momento di tornare a casa, dedicarsi agli hobby, alla famiglia, disconnettersi dal lavoro e rilassarsi. Un’occhiata rapida al telefono, dopo cena, ci riporta con la mente al lavoro: ecco un’email dal collega o dal capo, che ci ricorda di dover svolgere un’attività il giorno successivo. Non si tratta di fantascienza, ma di uno scenario che purtroppo è sempre più presente.

La disconnessione una necessità

Ricevere un’email al di fuori dell’orario lavorativo può sembrare, a molti, qualcosa di irrilevante. Eppure, il tempo libero dovrebbe essere tale e il dipendente dovrebbe avere il diritto di disconnettersi totalmente dal lavoro, senza avere alcuna pressione. E dunque basterebbe ignorare l’email, certo, ma non è sempre così facile: magari ci si vuole togliere il pensiero. Se poi l’email è un messaggio su WhatsApp o una telefonata, è complicato non rispondere. Ma è davvero giusto?

Dopo il lavoro idealmente bisognerebbe dedicarsi a sé stessi e alle attività che più appassionano, senza avere il pensiero di cosa è stato fatto o sarà da fare in ufficio. In alcuni Paesi come il Portogallo, c’è una legge che vieta email o chiamate fuori dall’orario di lavoro, altrimenti multa. Al giorno d’oggi sembra essere una legge necessaria: siamo costantemente sotto “assedio tecnologico” e dunque sempre reperibili. Ma non è corretto e neanche piacevole per la salute mentale dei dipendenti. Attualmente in Svizzera non esiste una legge così definita, anche se sono già state proposte alcune mozioni a Berna. Nel 2017 si richiedeva di introdurre un diritto esplicito a favore dei lavoratori in Svizzera che sanciva la disconnessione al di fuori delle ore previste dal contratto di lavoro. Il Consiglio federale ha respinto la mozione, ritenendo non necessario un intervento per via legislativa. Nel 2019 c’è stata un’altra mozione, che richiamava nuovamente il diritto alla disconnessione, visto il crescente utilizzo di strumenti tecnologici e la facilità di reperibilità dei dipendenti anche fuori dall’orario di lavoro. Anche in questo caso il Consiglio federale ha respinto la mozione.

La disconnessione una necessità (2)

Una connessione continua al mondo del lavoro può portare il dipendente a seri problemi. Il dipendente può sentirsi obbligato a dover rispondere nell’immediato a email e chiamate di lavoro, nonostante queste siano fuori dall’orario lavorativo. Di conseguenza, l’enorme stress del dover sentirsi sempre reperibili può intaccare seriamente la salute mentale del lavoratore con conseguenze anche gravi: dalla dipendenza dal lavoro alla diminuzione della vita sociale, dall’abbandono dei propri hobby allo sbilanciamento life-work.

Sarebbe opportuno che il datore di lavoro determini con chiarezza gli orari in cui i dipendenti debbano essere reperibili (idealmente entro gli orari lavorativi, a meno che non ci siano emergenze): il dipendente ne sarà grato e saprà gestire al meglio l’equilibrio tra vita personale e lavoro, disconnettendosi totalmente da quest’ultimo quando possibile. Che il Portogallo possa essere da esempio?

Altri articoli del blog