Secondo un recente studio dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e dell’Istituto nazionale di ricerca polacco (NASK), un quarto dei posti di lavoro a livello globale è potenzialmente esposto all’intelligenza artificiale generativa (GenAI). La buona notizia? Nella maggior parte dei casi non si tratta di una sostituzione diretta, ma di una trasformazione delle mansioni.
Il rapporto, intitolato Generative AI and jobs: A refined global index of occupational exposure, fornisce un’analisi dettagliata di quasi 30.000 mansioni professionali. L’obiettivo è capire quali lavori sono più esposti alla GenAI e in che modo l’automazione possa ridefinirli.
Lo studio evidenzia che nei Paesi ad alto reddito — come la Svizzera — la quota di occupazioni potenzialmente esposte sale al 34%. I ruoli impiegatizi, in cui molte attività amministrative possono essere automatizzate, risultano i più interessati. Anche settori ad alta intensità digitale, come media, finanza e sviluppo software, presentano alti livelli di esposizione.
Un dato da non trascurare riguarda il divario di genere: il 9,6% dell’occupazione femminile nei Paesi avanzati è ad alto rischio di automazione completa, contro il 3,5% di quella maschile. Questo riflette una maggiore concentrazione di donne in professioni amministrative e di servizio clienti, più facilmente automatizzabili.
Per le piccole e medie imprese, la GenAI può essere un alleato prezioso. Automatizzare processi ripetitivi, velocizzare la gestione documentale o generare analisi più accurate può liberare tempo per attività a maggior valore aggiunto. Tuttavia, l’adozione richiede un approccio strategico:
- Formazione mirata: investire nello sviluppo delle competenze digitali dei collaboratori, affinché possano integrare l’IA nei processi quotidiani.
- Analisi interna: identificare le mansioni ripetitive che la GenAI può svolgere, valutando al contempo l’impatto sul personale.
- Approccio graduale: partire da progetti pilota a basso rischio per testare le tecnologie e comprenderne i limiti.
- Coinvolgimento del team: comunicare in modo trasparente finalità e obiettivi dell’adozione dell’IA, per ridurre resistenze e paure.
Come sottolinea il rapporto OIL-NASK, l’automazione totale è rara: molte attività, anche se velocizzate, continueranno a richiedere creatività, empatia e capacità decisionali. Il vero vantaggio competitivo per le PMI sarà quindi la capacità di combinare tecnologia e competenze umane, utilizzando la GenAI come strumento per potenziare — e non sostituire — il lavoro delle persone.
In un contesto di trasformazione digitale accelerata, le imprese che sapranno pianificare l’adozione della GenAI con lungimiranza potranno non solo migliorare la produttività, ma anche offrire ai propri collaboratori opportunità di crescita professionale.