Sono le aziende più forti a saper superare meglio i periodi di crisi o quelle che sanno meglio leggere il mutare del proprio contesto ed evolvere di conseguenza?
Charles Darwin non aveva dubbi a questo proposito quando disse: “Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento.”
Il cambiamento è continuo, dettato dagli influssi economici, sociali, tecnologici e ambientali che il sistema esercita sull’azienda e su tutti i suoi stakeholder, esso non è una virtù ma una necessità.
Le imprese più performanti, e potremmo dire lo stesso delle persone, sono quelle che evolvono in modo organico con il mondo che le circonda. Quelle che ascoltano, leggono e interpretano i segnali che permettono di comprendere quali possono essere gli obiettivi verso i quali indirizzare i loro processi di rinnovamento e di innovazione.
Il miglioramento continuo e l’innovazione fini a sé stessi finiscono quasi sempre per alimentare unicamente l’ego delle persone e raramente portano vantaggi a lungo termine per le organizzazioni. Addirittura, se troppo distante dalla realtà aziendale, l’innovazione potrebbe portare a una situazione insostenibile in termini di risorse e di mancanza di competenze per promuoverla e gestirla.
Ma come muoversi su un tema che porta con sé così tante opportunità e insidie?
Come farlo in un momento in cui la tecnologia sta portando cambiamenti radicali e velocissimi in ogni ambito della vita delle persone e delle organizzazioni? Come può un imprenditore o un manager investire risorse e anticipare fiducia quando i pericoli e le incertezze legati al cambiamento sembrano così enormi?
La consapevolezza che senza la sua piena convinzione dell’importanza dell’innovazione la sua azienda si fermerebbe può essere senz’altro un buon inizio. Per acquisire questo approccio serve la condivisione, la discussione e lo scambio di esperienze. Operare per gradi e avviare un cambiamento sperimentando attraverso progetti pilota aiuta poi a consolidare un metodo e a costruire una cultura collettiva che considera l’innovazione come un processo stimolante e gratificante.
Inventare potrà a volte essere frutto di un evento casuale o dell’intuizione di una sola persona ma quando è il risultato generato mobilitando la forza creativa di tutti diventa sistemico, garantendo continuità e sviluppo a lungo termine. Occorre dunque una strategia dell’innovazione, unita a una cultura aziendale e un ambiente di lavoro aperto, che incoraggi e ricompensi la creatività innovativa di tutti i dipendenti e che crei le necessarie connessioni con il mondo accademico-scientifico.
Tutta la letteratura sottolinea il ruolo fondamentale che hanno le risorse umane nel processo continuo di ricerca dell’innovazione. Per creare un ambiente favorevole nel quale la spinta evolutiva si possa esprimere nel pieno del suo potenziale occorre dunque, oltre a strategia, metodo e creatività, un sistema di selezione, di sviluppo, gestione e conduzione delle persone che sappia attrarre talenti e competenze e che sappia poi averne cura dando loro attenzione e fiducia.