Inudstry-concept

Il reverse mentoring

   
AITI
< Indietro

Generalmente sono i lavoratori più anziani a guidare e istruire i più giovani. Tuttavia, con il mentoring inverso (reverse mentoring) i ruoli si invertono: i dipendenti più giovani insegnano ai dipendenti più anziani.

Il reverse mentoring è una tecnica sviluppata per la prima volta negli anni ’90, quando era necessario condividere le competenze tecnologiche. La pratica ha poi assunto un nuovo scopo per aiutare le aziende a superare le sfide del lavoro ibrido, dell’inclusione e della diversità, così da poter sorpassare gli stereotipi che sono alla base dei divari generazionali.

reverse mentoring  (1)

Grazie al mentoring inverso, vengono accoppiati dipendenti con divari generazionali e incoraggiato un flusso di informazioni dal basso verso l'alto (bottom-up). Nei casi più frequenti, i giovani aiutano i lavoratori più anziani a capire i desideri dei nuovi consumatori e i cambiamenti degli atteggiamenti sulle questioni sociali e sull’uguaglianza.

Se un’azienda decidesse di adottare un mentoring inverso, non dovrebbe per forza seguire un tutoraggio unidirezionale, ma potrebbe mantenere le strutture più tradizionali, con entrambe le parti coinvolte che cercano di imparare l’una dall’altra. Potrebbe anche succedere che un’azienda voglia mettere in pratica il reverse mentoring solo in alcune occasioni, organizzando giornate ed eventi durante i quali saranno le giovani leve a insegnare e a proporre input di discussione.

Oggi, al di là delle conoscenze informatiche e tecnologiche, le lacune che potrebbe colmare il mentoring inverso sono le questioni culturali – inclusione e diversità – che possono ampliare il pensiero e favorire il senso critico, e le tendenze e i cambiamenti lavorativi, come la flessibilità degli orari lavorativi e il lavoro ibrido.

reverse mentoring  (2)

Inoltre, al giorno d’oggi, non ascoltare i giovani sul posto di lavoro può sembrare un disinteressamento delle loro esigenze da parte dell’azienda: in questo modo, i giovani si sentiranno inascoltati, sgraditi e saranno, di conseguenza, poco soddisfatti e motivati. Ascoltare i dipendenti è importanti per costruire il futuro del posto di lavoro ed evitare dimissioni, contribuendo anche a ridurre il tasso di disoccupazione.

Creare un ambiente di lavoro in cui tutti i dipendenti possono imparare da tutti, quindi di scambio e condivisione, permette all’azienda di riflettere meglio le priorità di tutte le generazioni, senza però dimenticare che è necessario il rispetto reciproco: un lavoratore della Gen Z o un millenials deve categoricamente rispettare le idee di un Baby Boomer, seppur siano differenti dalla sua, e viceversa. Entrambe le parti devono superare gli stereotipi e i pregiudizi nei confronti degli altri lavoratori di generazione diversa e concentrarsi sul miglioramento del luogo di lavoro e delle proprie competenze.

Altri articoli del blog