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Il mito del multitasking: perché la concentrazione è la vera soft skill del futuro

   
AITI
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Quante volte vi siete trovati a rispondere a un’e-mail mentre partecipavate a una call e, nel frattempo, prendevate appunti su un altro progetto? Se vi sembra una scena familiare, siete in buona compagnia. Nel mondo del lavoro contemporaneo, essere multitasking è spesso considerato un requisito essenziale. In pratica, significa saper "fare più cose insieme" e negli anni recenti è stato visto come un segno di efficienza e competenza. Ma è davvero così?

 

Numerosi studi dimostrano oggi che il multitasking è una delle più grandi illusioni della produttività; che, invece di aiutarci a fare di più, ci rallenta, aumenta gli errori e riduce la qualità del nostro lavoro, e che la vera competenza del futuro non sarà la capacità di gestire più cose contemporaneamente, ma quella di sapersi concentrare profondamente su una sola attività alla volta.

Dal punto di vista neurologico, il cervello non è in grado di eseguire più compiti cognitivi complessi contemporaneamente, e ciò che veniva chiamato multitasking è in realtà un continuo passaggio da un’attività all’altra (task switching). Ogni volta che cambiamo focus, il nostro cervello deve riadattarsi, con un costo cognitivo ed energetico significativo.
Uno studio della Stanford University ha dimostrato che le persone che si considerano brave nel multitasking sono in realtà meno efficienti e più inclini a distrarsi; la loro rapidità nel continuo cambio di attenzione ne riduce la capacità di elaborare informazioni in modo approfondito, e aumenta il rischio di sovraccarico mentale.

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Se il multitasking non funziona, qual è l’alternativa? La risposta si chiama deep work, un concetto sviluppato dal professore di informatica Cal Newport. Il deep work consiste nel lavorare con concentrazione profonda su un’unica attività per un periodo prolungato, eliminando tutte le distrazioni.
Grandi aziende come Google e Microsoft hanno iniziato a incoraggiare questo approccio con iniziative come il No Meeting Wednesday o la riduzione delle notifiche. Anche molti professionisti di successo attribuiscono la loro produttività alla capacità di lavorare in modo focalizzato, senza interruzioni.

Come possiamo liberarci dalla trappola del multitasking? Ecco alcune strategie pratiche:
  • Time blocking: suddividere la giornata in blocchi di tempo dedicati a una sola attività.
  • Eliminazione delle distrazioni: disattivare le notifiche, chiudere le schede inutili e impostare la modalità “non disturbare”.
  • Regola del “meno ma meglio”: dare priorità a poche attività di qualità, evitando di disperdere l’attenzione su troppe cose.
  • Pausa strategica: alternare momenti di lavoro intenso a pause rigeneranti per mantenere alta la concentrazione.

Il multitasking appare dunque sempre più come un mito, che ci fa sentire produttivi, ma che in realtà ci rende meno efficienti. La vera abilità del futuro sarà la capacità di focalizzarsi su un’attività alla volta, massimizzando la qualità del nostro lavoro e riducendo lo stress. In un’epoca di distrazioni continue, saper coltivare la concentrazione potrebbe rivelarsi la soft skill fondamentale per chiunque voglia eccellere nel mondo professionale.
La prossima volta che pensate di essere degli abili lavoratori multitasking, fermatevi un attimo e chiedetevi: "sto davvero lavorando meglio?"

 

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