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Il “genio” della meccanica abita a S. Antonino

   
AITI
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Luca Wullschleger, CEO di Geniomeccanica SA, ripercorre la storia dell’azienda che, insieme ad altre importanti realtà imprenditoriali operanti sul territorio, fa parte del Wullschleger Group.

 

Abbiamo incontrato Luca in un pomeriggio di dicembre. Super attivo come sempre, continuava a fare la spola tra il suo ufficio e i diversi reparti siti all’interno dei capannoni.

Foto 1_intervista Wullschleger_res Luca Wullschleger, CEO di Geniomeccanica SA

Lui e suo fratello Paolo rappresentano la quarta generazione di una dinastia di imprenditori. Fu infatti il loro bisnonno Fritz, originario di Zofingen (Canton Argovia), a fondare a Lugano - nel lontano 1900 - un’impresa dedita al commercio di materiali edili. Cominciò con il traportare via treno il legname ricavato dagli alberi della sua regione natale verso il porto di Genova: questo legname era molto richiesto, in quanto veniva impiegato nella costruzione degli alberi delle navi. Viceversa, nei tragitti di ritorno, trasportava verso la Svizzera interna la ghiaia del mare destinata alla produzione di calcestruzzo. Nella dinamica di quei viaggi, Lugano costituiva una tappa intermedia ideale e Fritz, innamorato della città sul Ceresio, decise di stabilirvisi e di avviarvi la sua attività commerciale.

 

Negli anni successivi, Fritz e i suoi discendenti ampliarono, svilupparono e diversificarono l’attività a tal punto che oggi, il Wullschleger Group, conta la bellezza di ben nove aziende, attive in ambiti differenti: dall’edilizia, all’energia; dall’industria, al settore immobiliare.

Luca, che come il padre Carlo e il fratello Paolo, siede nei diversi CdA delle aziende del Gruppo, operativamente dirige la Geniomeccanica.

Ed è proprio per parlare dell’azienda da lui diretta, che siamo andati a rendergli visita.

 

Luca, il 2022 è stato un anno molto importante per la Geniomeccanica…
È vero! L’azienda, che è stata fondata a Giubiasco nel 1962, l’anno scorso ha festeggiato il suo 60° anniversario: un traguardo importante, che abbiamo voluto celebrare con due giornate di porte aperte tenutesi a fine settembre.

Subito dopo la sua fondazione, per alcuni anni la ditta è stata attiva nella meccanica del genio civile (da cui deriva il nome Geniomeccanica).

Ben presto, però, il suo core-business ha subito un deciso riorientamento nella direzione dell’industria, più precisamente verso il “genio” della meccanica.

 Foto 2_intervista Wullschleger_resIl Consigliere di Stato Christian Vitta e una delegazione di Gran Consiglieri in visita allo stabilimento di S.Antonino, in occasione di un appuntamento “Dentro l’industria” organizzato da AITI.

Due anni-chiave nella storia e nello sviluppo dell’azienda sono stati il 1990 e il 2009…
Sì, questi due anni sono stati davvero significativi. Nel 1990, l’azienda - che si era ingrandita al punto da non poter più restare nella sede di Giubiasco divenuta ormai troppo piccola - si trasferì a S. Antonino dove, su di un sedime di oltre 20’000 mq, erano stati nel frattempo edificati due grandi capannoni industriali. Il trasferimento permise alla Geniomeccanica di diversificare la propria attività e di creare un reparto dedicato all’assemblaggio.

Il 2009, invece, fu l’anno in cui venne costruito un terzo capannone.

 

Ed oggi, quali sono i numeri della Geniomeccanica?
Oggi contiamo 30 collaboratori e operiamo in cinque distinti reparti.

Abbiamo sempre puntato sulla formazione degli apprendisti. Due ragazzi, che si sono formati da noi, hanno scelto di rimanere in azienda e sono tuttora nostri validi e apprezzati collaboratori: un motivo di orgoglio e di soddisfazione poter formare e far crescere professionalmente dei giovani del territorio!

Per quanto concerne i reparti, il primo - anche in ordine cronologico - è quello dell’officina meccanica. Come accennavo, siamo nati come centro di riparazione di gru da cantiere, compressori e altri macchinari. Oggi, invece, l’officina opera nell’ambito della meccanica manuale di precisione. Altri tre reparti dell’azienda sono dedicati alla rappresentanza in esclusiva di importanti e prestigiosi marchi, per i quali ci occupiamo della vendita, del noleggio e della manutenzione. Il quinto ed ultimo reparto, nato nel 1985, riguarda il montaggio e l’assemblaggio di impianti industriali di elevata qualità, come aggregati idraulici e pneumatici di altissima precisione. Un’attività importante quest’ultima, per la quale abbiamo creato tutti i comparti necessari a garantirla: dagli acquisti alla produzione, dalla logistica alla spedizione. Grazie alla disponibilità di questi ampi spazi, negli ultimi anni abbiamo potuto ampliare la gamma dei prodotti che assembliamo in sede ed incrementare così il portafoglio clienti. Tanto per fare un esempio, per conto terzi produciamo anche termopompe per il riscaldamento domestico e delle piscine.

L’ultima novità è quella legata al prodotto di Genny Factory SA: la prima sedia a rotelle medicale auto-bilanciante al mondo, che abbiamo ingegnerizzato e brevettato da zero.

 Foto 3_intervista Wullschleger_resI capannoni della Geniomeccanica in una delle giornate di porte aperte per il 60° dell’azienda

Ci può dire qualcosa in più su Genny?
Come detto, si tratta di un prodotto che vuole rivoluzionare la mobilità delle persone portatrici di handicap, ma non solo. Nel 2022, alla fiera internazionale “Rehacare”, abbiamo presentato Genny ZERO, ovvero l’evoluzione di Genny 2.0. Come dicevo prima, si tratta di una sedia che - per il momento - è destinata principalmente alla paraplegia ma che presto, ne siamo convinti, potrà conoscere una diffusione maggiore, grazie ad un suo impiego nella micro-mobilità e negli spostamenti a corto raggio.

Se la prima versione di Genny usava ancora una tecnologia americana, Genny ZERO è tutta orgogliosamente farina del nostro sacco. Negli ultimi tre anni, infatti, abbiamo lavorato ad una nostra tecnologia auto-bilanciante, che sta alla base del nuovo prodotto: una novità di cui siamo molto fieri e che potrà rivoluzionare il modo di muoversi a livello mondiale. Genny ZERO verrà assemblata a S. Antonino a partire dal mese di giugno, in un’area dedicata all’interno di uno degli stabilimenti della Geniomeccanica dove, peraltro, hanno sede anche gli uffici e lo show-room.

A livello societario, in Genny Factory ricopro il ruolo di Presidente.

 

Torniamo alla Geniomeccanica. Quali sono i vostri tratti distintivi?
Dato che la nostra è una delle poche officine meccaniche rimaste sul territorio in grado di compiere lavorazioni a 360 gradi, necessitiamo di assumere e di impiegare tecnici multitasking, che siano cioè capaci di saldare, montare, fresare, assemblare e revisionare tanto il singolo pezzo quanto l’intero macchinario. È proprio grazie alla nostra completezza e versatilità che molte imprese ticinesi ci affidano la revisione e la riparazione dei loro vari componenti.

Foto 4_intervista Wullschleger_resLa sedia a rotelle medicale auto-bilanciante “Genny ZERO” esposta alla fiera internazionale “Rehacare”

 

Abbiamo parlato del passato e del presente. E il futuro dell’azienda, come lo vede?
Prevedere il futuro, non è affatto facile. Diciamo che, ogni anno, dobbiamo “riorganizzarci” per adeguarci ai mutamenti di un mercato in continua evoluzione. Abbiamo sempre avuto a cuore la valorizzazione del personale, lo dimostra il fatto che diversi collaboratori sono con noi da oltre vent’anni: questa fidelizzazione la riteniamo un valore aggiunto, al quale la mia famiglia ed io teniamo moltissimo. Anche durante la pandemia, grazie al lavoro ridotto, siamo riusciti a tenere duro e a non licenziare nessuno.

Certo, il periodo attuale non è privo di difficoltà. Osserviamo che le forniture - sia dei macchinari, sia dei componenti - sono una vera e propria incognita. Viviamo una situazione di grande instabilità che, inevitabilmente, si ripercuote sia sulla produzione che sulla logistica: un settore che nel 2022 ha registrato costi aggiuntivi da non sottovalutare. Speriamo che, in tempi brevi, a livello internazionale si possa ripristinare una stabilità geopolitica ed economica: un aspetto fondamentale per la prosperità delle imprese. Ad ogni modo, di fronte agli ostacoli noi cerchiamo sempre dei percorsi alternativi: come abbiamo fatto più volte in questi primi 60 anni.

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