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Il futuro è adesso: bioplastica per salvare il pianeta

   
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Un giorno, vicino o lontano, le tecnologie e i prodotti che vengono sviluppati nei più segreti centri di ricerca del pianeta saranno commercializzati ed entreranno anche nelle nostre case. Chissà, un giorno potremo essere teletrasportati virtualmente dall’altra parte del mondo, incontrare i nostri interlocutori e malgrado si tratti soltanto di un trasporto virtuale, potremo comunque percepire la stretta di mano del nostro interlocutore o l’abbraccio dei nostri interlocutori.

Scientific American, in collaborazione con il World Economic Forum, ha valutato le tecnologie emergenti maggiormente promettenti e le ha classificate in una top 10 sulla base di numerosi parametri. Nella Top 10 troviamo la bioplastica, pensata per risolvere il grave problema di inquinamento che affligge il nostro pianeta.

AITI bio plastica per salvare il pianeta

La nostra società si fonda sull’utilizzo della plastica tanto che, solo nel 2014, sono stati prodotti 311 milioni di tonnellate di plastica; una cifra che, secondo le stime del WEF, dovrebbe triplicare entro il 2050. La maggior parte di questa plastica viene incenerita, depositata o perfino abbandonata in natura; soltanto meno del 15% viene riciclata. Questi rifiuti inquinano e inquineranno i nostri mari e oceani, boschi e foreste per centinaia di anni, uccidendo animali e contaminando i pesci.

La soluzione a questo problema sempre più grave, potrebbe essere la plastica biodegradabile, ricavata da biomasse. Le opzioni in tal senso già presenti sul mercato, implicano l’utilizzo di mais, zucchero di canna o olii di scarto; purtroppo questi prodotti non sono equivalenti alla plastica e non sono né altrettanto robuste, né hanno le stesse caratteristiche estetiche.

Le ricerche non stanno portando unicamente allo sviluppo di plastica derivante dalla cellulosa e dalla lignina. Infatti, parallelamente, l’industria si sta attivando per trovare le migliori soluzioni per garantire il riciclo totale della bioplastica e ha, per esempio, sviluppato dei liquidi in grado di riseparare la cellulosa e la lignina una volta che la plastica sarà stata usata e potrà essere riciclata.

Aiti_ bottiglietta bioplastica

Le sfide da superare prima che questo prodotto possa essere utilizzato su scala globale sono numerose. Non da ultimo andranno trovate delle soluzioni per ridurre i costi e rendere la bioplastica un’alternativa credibile alla plastica comune. Un’altra sfida sarà quella di ridurre il più possibile l’impatto ambientale di questa produzione in termini di utilizzo di acqua visto che questa è necessaria per trasformare la lignina in plastica.

Insomma, la bioplastica non sarà nelle nostre case né oggi né domani, quello che è certo è che la strada è intrapresa e che l’industria sta sviluppando una soluzione ad un grave problema di inquinamento.

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