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Il bisogno di relazione, il trionfo della menzogna e il ritorno alla realtà: social media verso il declino?

   
AITI
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Per oltre un decennio, i social media hanno rappresentato un punto di riferimento per la vita sociale di milioni di persone. Hanno permesso di ritrovare amici lontani, condividere momenti di vita, informarsi e, soprattutto, soddisfare il bisogno umano di relazione. Una promessa mantenuta, grazie a un meccanismo che ha saputo connettere individui e creare comunità in modo immediato e pervasivo. Ma qualcosa sta cambiando. 

La base di fiducia nei social media si sta sgretolando sotto il peso di un fenomeno sempre più invadente: notizie false, immagini alterate e profili fittizi hanno sempre fatto parte del mondo digitale, ma l'arrivo dell'intelligenza artificiale generativa ha portato questo problema a un nuovo, superiore livello: secondo il Center for Countering Digital Hate, la diffusione di fake news è aumentata del 130% in un solo anno.

Le piattaforme social si sono trasformate rapidamente nel terreno di coltura ideale per l'inaffidabilità. L'IA genera testi credibili, immagini e persino video indistinguibili dalla realtà, diffondendo contenuti ingannevoli su una scala mai vista prima e lasciando gli utenti con una crescente sensazione di sfiducia e smarrimento.

Social media verso il declino. Foto

 

La consapevolezza di questo deterioramento potrebbe segnare l'inizio della fine per i social media così come li conosciamo. Se un tempo le persone si affidavano a queste piattaforme per costruire relazioni (autentiche) e trovare informazioni, oggi sempre più utenti percepiscono i social come luoghi nei quali è difficile distinguere un interlocutore reale da un bot, una testimonianza autentica da una narrazione artefatta. La creatività umana, con la sua capacità di emozionare, raccontare storie e generare connessioni, sta perdendo spazio a favore di algoritmi che producono contenuti senz'anima.

In parallelo, il peso sempre più opprimente della pubblicità sta erodendo ulteriormente l'attrattiva dei social media. Ogni piattaforma è ormai satura di annunci, promozioni invasive e contenuti sponsorizzati che soffocano le interazioni genuine. Nel 2024, la spesa pubblicitaria digitale globale ha raggiunto i 442,6 miliardi di dollari, con una crescita costante che ha trasformato l'esperienza dell’utente in un percorso a ostacoli tra banner pubblicitari, video promozionali e suggerimenti di prodotti. Il risultato è un aumento del senso di frustrazione e alienazione.

Tutto questo porta a un fenomeno di progressivo disincanto. Secondo il Digital Consumer Trends Survey 2021 di Deloitte, il 22% degli italiani ha smesso di usare almeno una piattaforma social, motivando la decisione con il sovraccarico di contenuti, le fake news e le preoccupazioni per la privacy. E il numero di utenti attivi sui social media in Italia è calato del 2,5% nel 2024, segnando un'inversione di tendenza significativa.

Senza fiducia e senza autenticità, la promessa originale dei social media, ossia quella di poter soddisfare il bisogno umano di relazione, potrebbe dissolversi, lasciando spazio a nuovi territori per la ricerca di realtà, autenticità e sincerità.

Siamo di fronte a un punto di svolta? Probabilmente sì. Ma questo, infine, significa che costruiremo nuovi spazi virtuali, o che assisteremo a un ritorno definitivo alle relazioni analogiche?

 

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