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I ricchi sono davvero sempre più ricchi?

   
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Nel corso degli ultimi quindici anni, la disuguaglianza patrimoniale in Svizzera è aumentata, mentre la distribuzione del reddito è rimasta stabile. Uno studio dell’università di Lucerna indica innanzi tutto che la distribuzione dei redditi è decisamente stabile nel corso dell’ultimo secolo. Al lordo delle imposte, il 10% più ricco della popolazione svizzera consegue un terzo del reddito complessivo, una proporzione praticamente invariata dall’inizio degli anni ’30 del secolo scorso.

Questa evoluzione sembra contraddittoria a prima vista, poiché la sostanza posseduta si costituisce a partire dal reddito risparmiato. E allora, come è stato possibile che le persone più agiate si sono arricchite senza guadagnare di più proporzionalmente rispetto al resto della popolazione?

Al centro dell’indagine dei ricercatori ci sono due domande centrali: in primo luogo, quali fattori stanno guidando la crescente concentrazione della ricchezza nonostante una distribuzione costante del reddito? In secondo luogo, in che misura la distribuzione del reddito è lo strumento adeguato per misurare le disuguaglianze economiche?

Alla ricerca di risposte, i ricercatori hanno esaminato tutte le possibili cause dell’aumento della disuguaglianza della ricchezza. Tra queste rientrano i cambiamenti nel sistema successorio, l’afflusso di patrimoni dall’estero e lo sviluppo del mercato dei capitali.

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Uno sguardo alle cifre mostra che l’aumento della disuguaglianza della ricchezza negli ultimi anni è dovuto principalmente alle plusvalenze realizzate in un contesto di bassi tassi di interesse. In particolare, gli asset del mercato immobiliare e di quello finanziario sono aumentati di valore. D’altra parte, la disuguaglianza di reddito è un indicatore ragionevole della disuguaglianza economica.

I ricercatori dell’università di Lucerna sottolineano che la buona salute dell’economia svizzera contribuisce fortemente a limitare le disparità di reddito. I fattori principali sono da una parte il mercato del lavoro flessibile – abbiamo in Svizzera uno dei tassi di disoccupazione più bassi al mondo – e dall’altra parte il sistema di formazione duale, che consente alle persone che non hanno intrapreso studi superiori di conseguire comunque redditi migliori.

Inoltre, sovente si tende a dimenticare il contributo delle persone più abbienti alla società. In Svizzera il 10 per cento più ricco della popolazione paga grossomodo il 51% per cento del totale delle imposte sul reddito, una proporzione sostanzialmente invariata da quarant’anni.


Anche la concorrenza fiscale fra i Cantoni è utile e non compromette la redistribuzione finanziaria, tanto più che l’imposta federale diretta fortemente progressiva controbilancia le aliquote basse praticate da alcuni Cantoni, come Svitto o Zugo. Questi Cantoni attirano gli alti redditi grazie alla loro bassa pressione fiscale, ma tali contribuenti pagano poi l’imposta federale diretta a un tasso molto alto. A ciò si aggiunge la perequazione finanziaria fra i Cantoni, un vero e proprio meccanismo di solidarietà nazionale che prevede che i Cantoni economicamente più solidi diano un aiuto finanziario a quelli più deboli.

 

Insomma, quando si parla di disuguaglianze bisogna fare i paragoni giusti e abbandonare i tipici discorsi da bar tanto in voga nel cantone Ticino, però poco approfonditi e precisi.

 

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